professione

Antibiotici senza ricetta, gli esperti: dal Rapporto Osservasalute invito a più severità

16 Maggio 2019

Vietare categoricamente la dispensazione di antibiotici in assenza di ricetta medica. E’ la proposta lanciata all’agenzia di stampa Aska da Maria Triassi, direttore del dipartimento di Salute pubblica dell’università Federico II di Napoli, sull’onda dei dati provenienti dal XVI Rapporto Osservasalute, presentati ieri a Roma. La ricerca, curata dall’Osservatorio nazionale sulla salute nelle Regioni italiane, diretto da Walter Ricciardi, rivela che l’Italia somma il 30% di tutte le morti per sepsi conteggiate nei 28 Paesi Ue, mentre le morti da infezioni ospedaliere sono cresciute dalle 18.668 del 2003 alle 49.301 del 2016. «L’Italia» avverte il Rapporto «è tra i Paesi con il consumo più alto di antibiotici e allo stesso tempo, secondo quanto rilevato anche dalla sorveglianza dell’Amr curata dall’Istituto Superiore di Sanità, la resistenza agli antibiotici si mantiene tra le più elevate d’Europa, quasi sempre al di sopra della media». Non a caso, l’Italia mostra consumi che in media si aggirano sulle 26,9 dosi giornaliere ogni mille abitanti, a fronte di una media Ue di 21,9 dosi.

Circa l’80-90% dell’utilizzo degli antibiotici, continua il Rapporto, «avviene a seguito della prescrizione del mmg; pertanto, tale ambito rappresenta il punto focale per il monitoraggio del consumo di questa classe di farmaci, nonché il punto su cui è importante agire per migliorarne l’appropriatezza prescrittiva. Da non trascurare anche i comportamenti errati dei cittadini che assumono antibiotici senza la prescrizione del medico o che interrompono la terapia prima del tempo». Di qui la raccomandazione di Triassi. «Non mi stancherò mai di dirlo» commenta «c’è un uso dissennato degli antibiotici da parte dei cittadini. Oggi, con Google, molti cittadini diventano medici di se stessi. Alle prime linee di febbre corrono in farmacia e comprano antibiotici per far sparire i sintomi, senza rendersi conto che questo è un comportamento ad alto rischio. Ecco perché ritengo che questi farmaci dovrebbero essere venduti solo dietro prescrizione medica. Poi, c’è il paradosso delle migliori cure: grazie alle nuove terapie, penso a Hiv e tumori, abbiamo negli ospedali un numero crescente di soggetti immunodepressi. Soggetti ad alto rischio che spesso finiscono per pagare lo scotto più alto».