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Concorso straordinario, in crescita i contenziosi per impossibilità di aprire

9 Ottobre 2018

C’è un’evoluzione nel contenzioso legale che accompagna i lenti progressi del concorso straordinario: calano i ricorsi relativi a graduatorie e punteggi, crescono progressivamente quelli dei farmacisti che hanno vinto una sede ma non riescono ad aprire perché mancano del tutto locali idonei. Mancano dati con cui misurare le dimensioni del fenomeno, ma la sua crescita è confermata da un veloce giro tra i legali che abitualmente si occupano di farmacia: mano a mano che gli interpelli si susseguono, è la spiegazione, le assegnazioni scavano sempre più in profondità tra le sedi meno appetibili, quelle in cui spesso non c’è neanche un immobile dove aprire. Poi ci sono casi particolari come la Sicilia, dove sono soltanto al primo interpello ma i ricorsi già fioccano: quattro soltanto a Palermo, ma si hanno notizie di impugnazioni al Tar anche a Caltanissetta e in altre province.

«E’ un fenomeno che sarà senz’altro destinato ad allargarsi con l’avanzare degli interpelli» commenta a FPress l’avvocato Gustavo Bacigalupo, dello Studio associato Bacigalupo-Lucidi «vengono al pettine le sedi che qualche comune ha messo in campagna o dove non c’è quasi niente». «In effetti è un problema che sta cominciando a farsi sentire» conferma l’avvocato Quintino Lombardo, dello Studio Cavallaro-Duchi-Lombardo & Associati «ci sono farmacisti vincitori che proprio non sono in condizioni di aprire, né in sei mesi né in dodici, nei casi in cui al titolare è stata concessa una dilazione. La soluzione? L’unica è quella di chiedere una riperimetrazione e appellarsi al Tar in caso di rifiuto».

«Quando un titolare chiede la riperimetrazione della sede vinta» interviene Bacigalupo «si mette contro tre gruppi: i candidati che in classifica stavano sopra di lui e avevano rifiutato la farmacia, i candidati che stanno dopo di lui e aspirano a quella stessa sede, e infine i titolari delle farmacie già in attività. Non dimentichiamoci però una cosa: se il farmacista dimostra che aprire nella zona assegnata è impossibile – e basta la perizia giurata di un professionista per dimostrarlo – allora il comune è obbligato a intervenire: l’interesse pubblico a che la sede venga aperta prevale sempre sull’interesse privato».