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Mandelli al Consiglio Fofi: serve riassetto della distribuzione del farmaco

12 Ottobre 2018

In Italia la distribuzione del farmaco avrebbe bisogno di un riassetto che, anziché proseguire nelle liberalizzazioni, metta rimedio ai guasti provocati. A partire dalla nascita di un «un unicum a livello europeo, cioè una nuova categoria di esercizi commerciali dove la presenza del farmacista consente di vendere medicinali Sop e Otc e farmaci veterinari, così come allestire preparazioni galeniche». E’ quanto ha detto il presidente della Fofi, Andrea Mandelli, nella relazione letta ieri davanti al Consiglio nazionale della Federazione. Le parafarmacie di proprietà dei farmacisti, ha continuato Mandelli, si trovano oggi in crisi e gli unici esercizi di vicinato a reggere sono quelli gestiti dal capitale e i corner della grande distribuzione. «Fin dall’inizio» ha ricordato «avevamo detto con estrema chiarezza che la parafarmacia non sarebbe stato un modello sostenibile, e i fatti ci hanno dato purtroppo ragione. Qualsiasi altra liberalizzazione, si tratti dei farmaci soggetti a prescrizione o della farmacia non convenzionata, si tradurrebbe in un immediato beneficio per i capitali, non per i professionisti».

Per il presidente della Fofi, poi, tra i guasti delle liberalizzazioni si possono annoverare il sempre più frequente fenomeno delle carenze, al quale «non è estraneo il fatto di aver concesso ai titolari di farmacia la possibilità di operare come grossisti». Le indisponibilità, in ogni caso, sono la prova che in Italia il farmaco rimborsato ha prezzi sensibilmente inferiori ai nostri vicini europei e, dunque, non è sulla spesa farmaceutica pubblica che occorre accanirsi per cercare risparmi. «Secondo l’ultimo rapporto Bloomberg Health Care Efficiency» ha ricordato il presidente della Fofi «oggi la spesa sanitaria procapite dell’Italia ammonta a 2.700 dollari contro i 4.590 della Germania, i 4.026 della Francia e i 4.005 della Finlandia; eppure, se si valutano i risultati in termini di aspettativa di vita, siamo al secondo posto in Europa, secondi solo alla Spagna. Quindi abbiamo una spesa efficiente, ma non potrà continuare così se si continua a ignorare l’impatto sempre più forte dell’innovazione farmacologica, l’allungarsi delle liste di attesa e la carenza di personale medico». Anche in questo caso servirebbe un riassetto del Servizio sanitario, ma i segnali che arrivano fanno temere che «l’intenzione sia quella di agire ancora sulla spesa farmaceutica».

Il suggerimento della Fofi, allora, è quello di puntare la lente sulla distribuzione diretta. «Ancora oggi, a 17 anni dall’istituzione del doppio canale» ha detto il presidente Mandelli «non si è ancora in grado di stabilire, dati alla mano, se e quanto questa modalità abbia consentito risparmi reali». E’ invece certo che la diretta «ha complicato la vita dei pazienti ed escluso il farmacista del territorio dal circuito dell’innovazione farmacologica. Ma non soltanto, visto che in alcune realtà anche i generici sono stati inclusi nella distribuzione diretta, malgrado la stessa Assogenerici – ormai quasi due anni fa – avesse sottolineato l’irrazionalità della misura, visto che con questa modalità il farmaco non branded viene a costare di più».