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Online, dai Nas di Milano casistica delle irregolarità commesse più spesso dalle farmacie

16 Maggio 2019

C’era la farmacia che vendeva medicinali senza ricetta dal proprio sito internet, in modo del tutto legittimo, e poi proponeva gli stessi farmaci sui portali di e-commerce generalisti, i cosiddetti marketplace, una modalità che invece è vietata. Oppure c’era la farmacia che sulla propria vetrina Facebook pubblicava l’immagine della confezione di un farmaco Otc accompagnata da uno slogan commerciale, altra pratica vietata. Sono alcuni dei casi portati alla luce dal Comando dei Nas di Milano nell’operazione condotta un paio di settimane fa nel settore del commercio elettronico dei farmaci, conclusa con il deferimento all’autorità giudiziaria di otto persone e la contestazione di sanzioni per 48mila euro.

FPress ha chiesto ai militari dell’Arma di avere dettagli più precisi sulle fattispecie contestate e il risultato è una piccola antologia delle irregolarità in cui i farmacisti titolari incorrono più spesso quando si buttano nell’e-commerce in modo frettoloso o senza un’adeguata preparazione alle spalle.

Qualche esempio? Tra i casi riferiti dai Nas, spicca quello di una farmacia che vendeva farmaci Otc dal proprio distributore automatico, ma facendo passare gli acquirenti dal sito della farmacia stessa: grazie a un’app per smartphone, in sostanza, il cliente sceglieva il farmaco dalla vending machine, lo acquistava online tramite smartphone e poi lo ritirava dall’apparecchio. Non si può, hanno spiegato a FPress i militari, perché l’Otc deve provenire dall’interno della farmacia, il distributore invece fa parte dell’arredo esterno.

L’irregolarità in cui più spesso incorrono le farmacie, riferiscono però i Nas di Milano, è quella di vendere farmaci omeopatici passando dai tanti marketplace presenti sul web (le piattaforme tipo Amazon o eBay, per intenderci). Purtroppo, sottolineano i militari, si dimentica che il preparato omeopatico è un medicinale a tutti gli effetti (come sancito dal d.lgs 219/2006), dunque la vendita a distanza è soggetta alle norme sull’e-commerce farmaceutico.

Un’altra casista abbastanza diffusa riguarda la pubblicazione sul profilo Facebook della farmacia di immagini che ritraggono la confezione o l’imballaggio di un farmaco senza ricetta. Farlo non è vietato, ma se la fotografia è accompagnata da un testo promozionale o informativo diventa automaticamente comunicazione pubblicitaria, che necessita dell’autorizzazione preventiva del ministero della Salute. «Il nostro consiglio ai farmacisti che stanno valutando di affiancare alla farmacia un sito di e-commerce» è il commento finale che arriva dai carabinieri del Nas di Milano «è quello di documentarsi adeguatamente su norme e divieti vigenti in materia. Un’ottima guida la fornisce l’opuscolo sul commercio online realizzato da Federfarma (scaricabile qui, ndr), al quale anche noi facciamo riferimento nelle nostre ispezioni».