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Ocse: Italia al terzo posto per numero di farmacisti, all’11° per farmacie

12 Novembre 2019

Sui 31 Stati dell’Ocse, l’Italia è al terzo posto nella classifica dei paesi con il più alto numero di farmacisti “praticanti”, cioè attivi nel settore della distribuzione del farmaco così come nell’industria e nella ricerca: sono 117 ogni centomila abitanti, un tasso inferiore soltanto a quello di Giappone e Belgio (181 e 124 rispettivamente) e di gran lunga superiore alla media complessiva dell’Organizzazione (83 farmacisti ogni 100mila abitanti) e dei principali Paesi Ue (Francia 104; Regno Unito 88; Germania 65; Olanda 21). La graduatoria arriva dal rapporto Health at a Glance 2019, l’analisi con cui ogni anno l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico fotografa i sistemi sanitari dei Paesi associati.

 

 

Tra i vari capitoli ce n’è uno dedicato alla spesa farmaceutica e alla farmacia ed è dai dati di queste pagine (risalenti al 2017, per amor di precisione) che viene fuori il terzo posto del nostro Paese. Se però dai farmacisti passiamo a contare le farmacie del territorio, scendiamo all’11°: in questo caso, infatti, l’Italia scende a metà graduatoria e con 31 esercizi ogni 100mila abitanti si colloca quasi in linea con la media Ocse (29 farmacie). Ne hanno di più la Grecia (88 farmacie ogni 100mila abitanti), la Spagna (47), il Belgio (43) e la Francia (33), stanno dietro di noi invece la Germania (24 farmacie ogni 100mila abitanti), il Regno Unito (21), l’Austria (15) e l’Olanda (12).

In linea con la media Ocse, infine, anche la spesa farmaceutica che passa dalle farmacie del territorio: sommati i medicinali con obbligo di ricetta e i Sop, l’Italia spende in media 590 dollari procapite (dati sempre riferiti al 2017) rispetto a una media Ocse di 164 dollari. Stanno sopra di noi gli Stati Uniti (1.220 dollari procapite), la Germania (823 dollari), la Francia (653 dollari), la Grecia (603) e la Spagna (598), ci stanno dietro invece il Regno Unito (469), il Portogallo (403) e l’Olanda (391 dollari procapite).

Italia non distante dalla media Ocse, infine, anche nell’incidenza della spesa farmaceutica pubblica sul canale farmacia: nel 2017, dice il rapporto, il 62% della spesa farmaceutica transitava dal canale proveniva dal Ssn, a fronte di una media tra i Paesi dell’organizzazione del 58% (sanità pubblica o sistemi di copertura sanitaria obbligatoria). In Germania la quota di spesa pubblica in farmacia sale all’84%, in Francia vale l’80% (più un altro 7% dalla sanità integrativa), in Olanda il 68% e nel Regno Unito il 66%. In Portogallo scende al 55% e in Grecia al 54%.