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Scotti (Fimmg): la mg cerca la collaborazione delle farmacie

5 Aprile 2018

Dalla nuova convenzione per la medicina generale firmata nei giorni scorsi da Sisac e sigle di categoria esce l’identikit di un medico di famiglia che vuole competere con l’ospedale ma non con le farmacie del territorio. Parola di Silvestro Scotti, segretario nazionale della Fimmg, il sindacato più rappresentativo della mg, che lancia ai farmacisti titolari un invito al “co-governo” delle cure primarie.

Scotti, con un’accelerazione da sprinter avete chiuso la convenzione prima delle farmacie, sebbene il vostro tavolo si sia avviato dopo. Quale medicina generale disegna il nuovo contratto?
Una medicina di famiglia che non vuole lasciare all’ospedale la gestione delle cronicità e i percorsi diagnostico-terapeutici ma anzi intende competere con gli strumenti che la nuova convenzione le fornisce. E’ una medicina generale che non considera le farmacie un concorrente, a patto però che le farmacie stesse non cerchino la competizione con un’offerta spinta sui servizi.

In che senso?
Medici di famiglia e farmacie dovrebbero ragionare su quella che definisco un’assistenza per chilometro quadro: si valutano i bisogni di ogni singola comunità, si considera il livello di copertura degli studi medici e delle farmacie e quindi si ragiona per assicurare un’assistenza coordinata. Medici di famiglia e farmacie dovrebbero ragionare per singoli territori in una logica di complementarità.

Però ci sono le Case della salute…
Posso sfuggire alle Case della salute solo se riesco ad assicurare sul territorio un’assistenza per chilometro quadro altrettanto strutturata. E lo possiamo fare soltanto se riusciamo a costruire con le farmacie delle microunità organizzative che lavorino in modo coordinato.

Medici di famiglia e farmacie, però, devono fare i conti con sistemi di remunerazione differenti…
E’ vero, ma nel Ssn si fanno sempre più spazio modelli retributivi basati su indicatori di performance. Con la nuova convenzione della medicina generale, le farmacie hanno di fronte a loro una scelta: o si limitano a erogare ciò che i mmg prescrivono, in una logica di mero prestazionismo, oppure partecipano con loro al governo clinico dei territori, cioè si fanno misurare sugli esiti di salute come faranno i medici.