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Influenza, iniziata la fase epidemica ed è subito allarme per carenze

14 Dicembre 2018

Puntuale con l’arrivo dell’inverno anche l’influenza inizia ad alzare la testa, e con oltre 800mila casi dall’inizio del monitoraggio il virus è entrato nella fase epidemica. Teoricamente si sarebbe ancora in tempo per vaccinarsi, visto che al picco manca qualche settimana, ma i ritardatari rischiano di avere una brutta sorpresa, con le scorte finite o agli sgoccioli in tutto il paese e molti, anche nelle categorie a rischio, rimasti fuori. L’incidenza in Italia, rileva il bollettino Influnet dell’Istituto Superiore di Sanità, è infatti pari a 2,78 casi per ogni mille assistiti, valore che supera, anche se di pochissimo, quello di 2,74 casi per mille assistiti che è il valore minimo indicato per l’inizio ufficiale dell’epidemia. Secondo il bollettino, che si riferisce al periodo fino al 9 dicembre, la fascia di età maggiormente colpita è quella dei bambini al di sotto dei cinque anni in cui si osserva un’incidenza pari a 6,88 casi per mille assistiti. Lombardia, P.A. di Trento, Abruzzo e Molise sono le Regioni con più alta incidenza. Al momento, segnala il rapporto, l’andamento della curva epidemica è paragonabile a quello della scorsa stagione influenzale, il cui picco, particolarmente elevato, si ebbe nelle prime settimane di gennaio.

Non si segnalano invece casi di particolare gravità. Anche se in teoria non sarebbe tardi per vaccinarsi, segnala però proprio oggi Carlo Signorelli, past president della Società Italiana di Igiene e Medicina Preventiva (Siti), su tutto il territorio nazionale si segnalano gravi carenze. «Il problema nasce dal fatto che le Asl hanno fatto ordini prudenti, basati sui dati dello scorso anno, per non avere poi delle giacenze di vaccini inutilizzati» spiega Signorelli «a questo si aggiunge il fatto che le aziende non sono elastiche nello spostamento delle scorte tra un paese e un altro e, probabilmente, anche una maggiore richiesta da parte della popolazione. Già due delle tre aziende produttrici hanno esaurito le scorte, e ovviamente non possono essere rimpinguate visto che la stagione vaccinale si esaurisce questo mese». In questi giorni diverse regioni, dalla Campania alla Sardegna alla Toscana, hanno segnalato gravi carenze. «È difficile stimare quante persone siano rimaste fuori dalle vaccinazioni per le carenze» prosegue Signorelli «per quanto riguarda gli anziani, la categoria prioritaria, potrebbe essere un 5% della platea. Resta però un bruttissimo segnale il fatto che non si riesca a offrire una protezione a persone che la vogliono. C’è bisogno di una migliore programmazione l’anno prossimo, visto che questa stagione ormai è compromessa, i giochi sono fatti».