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Vaccini antiflu, l’Ordine dei medici alle Regioni: dite la verità, non ci sono

27 Novembre 2020

«Le Regioni siano trasparenti con i loro assistiti e dicano che non hanno i vaccini. E i cittadini non facciano pressioni sui medici di famiglia, perché non è così che si risolve il problema». Le parole sono del presidente della Fnomceo, Filippo Anelli, che nella serata di ieri ha definitivamente ufficializzato l’ultima emergenza di questo tormentato autunno sanitario: le forniture di vaccino antinfluenzale procedono a singhiozzo o si sono del tutto interrotte in molte Regioni e la somministrazione alle fasce raccomandate fatica ad andare avanti. «I medici» dice Anelli all’Adnkronos Salute «sono due volte vittime di questo sistema: da una parte ci sono le amministrazioni regionali, che non consegnano dosi a sufficienza; dall’altro c’è la perenne pressione dei cittadini, che vogliono essere vaccinati subito. Ma è vero che la carenza in corso è frutto di difficoltà che interessano non solo l’Italia ma anche molti altri Paesi europei».

Conferma a FPress una fonte interna all’Aifa: i colli di bottiglia che si stanno registrando in queste settimane derivano da difficoltà logistiche di alcune aziende produttrici, che stanno facendo fatica a rispettare le consegne a causa dell’enorme volume delle commesse ricevute. Non a caso, nei giorni scorsi il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, aveva minacciato il ricorso alle vie legali davanti alla comunicazione di Sanofi che non sarebbe riuscita a rispettare le scadenze contrattuali: «Finora ci sono state consegnate solo 900mila dosi (sui 1,3 milioni pattuiti, ndr) e senza rispettare il cronoprogramma delle forniture» ha detto Cirio «si sono create tensioni tra farmacisti, medici e pazienti, ma la responsabilità è soltanto della ditta che non sta mantenendo gli impegni assunti».

Su richiesta della Regione, le farmacie piemontesi hanno accettato di rinunciare al momento all’1,5% delle dosi garantito dall’accordo Stato-Regioni del settembre scorso (16.500 dosi in tutto, nel loro caso) ma ovviamente il problema resta. Così come resta nel Lazio, dove mancano all’appello 500mila dosi e la giunta regionale ha già minacciato diffide nei confronti del produttore (sempre la francese Sanofi). «E’ emergenza vaccino in più della metà delle Regioni» è la denuncia di Silvestro Scotti, segretario nazionale della Fimmg.

Difficoltà anche in Sardegna, dove finora sono arrivate soltanto 320mila delle oltre 530mila dosi ordinate. E così, nei giorni scorsi alle farmacie dell’Isola sono arrivati 15mila vaccini da destinare all’acquisto privato, la metà circa della fornitura concordata con l’assessorato alla Salute. Imbuti pure in Veneto, dove le farmacie pubbliche e private hanno rinunciato ai 30mila vaccini che la Regione aveva promesso loro perché vengano destinati alle categorie a rischio.

Ritardi più contenuti, invece, in Lombardia, dove la Regione ha annunciato lo slittamento delle ultime 200mila dosi di trivalente destinate ai mmg, che però hanno già ricevuto finora 1,3 milioni di vaccini. «In Lombardia le farmacie hanno fatto il loro dovere» ha spiegato ieri all’Adnkronos Salute e a TeleLombardia la presidente di Federfarma regionale, Annarosa Racca «e da un mese circa stanno consegnando puntualmente ai medici di medicina generale le forniture destinate alle fasce a rischio. Stiamo invece aspettando, come in tante altre Regioni, le dosi per la popolazione in età lavorativa. Trovo sbagliata la decisione di non aver lasciato il solito milione di dosi a disposizione di chi, tra giovani e lavoratori, è solito proteggersi contro l’influenza».

Per evitare che nella prossima stagione si ripetano le stesse situazioni, è la proposta della presidente Racca, si potrebbe pensare a rendere mutuabile il vaccino antinfluenzale per tutta la popolazione. «Il medico lo prescrive e il paziente viene a prenderlo in farmacia. Sostengo da tempo una soluzione di questo genere, fosse stata già adottata non ci saremmo ritrovati in questa situazione».