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Liste d’attesa, gli infermieri mettono il cappello sulla battaglia del ministro Grillo

19 Giugno 2018

La Fnopi, la Federazione degli ordini degli infermieri, mette subito il cappello sulla battaglia contro le liste di attesa lanciata giovedì dal ministro della Salute, Giulia Grillo. E lo fa con un comunicato nel quale, elogiata la parlamentare pentastellata per l’intervento, passa in rassegna ciò che sul territorio già si sta facendo per risolvere il problema. Tra le soluzioni, in particolare, la Fnopi cita «gli ambulatori a bassa intensità di cura», già contemplati «dal Piano nazionale cronicità, dal Patto per la salute e anche dal programma del nuovo Governo» perché «rappresentano una risposta multiprofessionale sempre più necessaria». Sul territorio poi – spiega Barbara Mangiacavalli, presidente di una Federazione che riunisce circa 450mila iscritti – c’è anche «lo sviluppo dell’infermiere di famiglia e di comunità, già presente in molte Regioni (Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Toscana, per esempio) che hanno deliberato ufficialmente l’introduzione della nuova figura anche dopo periodi di sperimentazioni, dimostrando l’efficacia e il successo dell’iniziativa, prevedendone non solo ruoli e funzioni, ma anche i percorsi formativi».

L’obiettivo, continua la nota, è mantenere e migliorare nel tempo l’equilibrio e lo stato di salute della famiglia, nella comunità, aiutandola a evitare o gestire le minacce alla salute. «Si tratta di un altro lavoro svolto in un team multiprofessionale» prosegue Mangiacavalli «che altro non è se non il nuovo modello di assistenza adeguato allo scenario della cronicità e non autosufficienza, atto a garantire un’azione snella e flessibile nella rilevazione dei bisogni, la continuità e l’adesione alle cure, la sorveglianza domiciliare e la presa in carico dell’individuo e della famiglia con l’intento di evitare inutili ricoveri (e quindi l’allungamento delle liste d’attesa), favorire la deospedalizzazione, presidiare l’efficacia dei piani terapeutico-assistenziali, allo scopo di migliorare la qualità di vita della persona nel suo contesto di vita».

Un modello, ricorda la Federazione, per il quale si sono chiaramente espressi i cittadini attraverso i risultati dell’Osservatorio civico Fnopi-Cittadinanzattiva: il 78,6% degli intervistati chiede di poter disporre di un infermiere di famiglia/comunità. «Ha ragione il ministro» conclude Mangiacavalli «via le liste di attesa. E le liste di attesa – è provato a livello internazionale, lo dice anche l’Oms – si tagliano anche così. Gli infermieri e la Federazione che li rappresenta sono a disposizione del Ministro per lavorare con lei e con gli altri professionisti e disegnare una sanità di iniziativa che davvero tuteli la salute e favorisca i bisogni dei cittadini». Dieci e lode in tempestività e comunicazione.