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Privacy: il paziente può chiedere al medico di spedire la dem in farmacia

6 Maggio 2020

Per tutta la durata dell’emergenza epidemica, gli assistiti possono delegare al proprio medico curante il compito di inviare la ricetta direttamente in farmacia, tramite posta elettronica o con il gestionale di studio. E’ quanto scrive il Garante della privacy nella pagina di Faq (Frequently asked questions, domande più frequenti) pubblicata l’altro ieri sul proprio sito con l’intento di approfondire le “relazioni pericolose” tra covid e protezione dei dati personali in sanità, scuola, lavoro e ricerca.

La gestione del promemoria dematerializzato sull’asse paziente-medico-farmacia è analizzato nel capitolo riguardante il trattamento dati nel contesto sanitario, dove il Garante ricorda le disposizioni dettate dall’ordinanza della Protezione civile datata 19 marzo 2020 in materia di ricetta digitale: per evitare che i pazienti debbano recarsi in studio per ritirare le ricette, scrive l’Authority, il provvedimento consente al medico di «trasmettere all’assistito la ricetta per posta elettronica, sms o telefono». Nel caso di invio tramite e-mail, prosegue il Garante, «il promemoria della ricetta sarà allegato al messaggio anziché essere inserito nel corpo del messaggio stesso». Nell’eventualità di una comunicazione telefonica o un sms, invece, «sarà sufficiente comunicare all’assistito soltanto il nre (numero della ricetta elettronica)».

Una volta ricevuta la prescrizione in modalità dematerializzata, continua l’Authority, il paziente può comunicarne gli estremi alla farmacia con le stesse modalità, ossia «per posta elettronica, via sms o telefonicamente». Oppure, se preferisce, può delegare l’invio direttamente al medico, «tramite posta elettronica o attraverso lo stesso sistema che genera la ricetta» cioè il software di studio.

Da notare che le Faq del Garante non fanno cenno a deleghe scritte o altri formalismi come l’indicazione per iscritto della farmacia cui recapitare le ricette. Lo facessero, verrebbe vanificato lo spirito dell’ordinanza che è quello di semplificare le procedure e sfollare gli studi medici. E poi, è evidente che l’Authority fa affidamento sulla risolutezza degli assistiti, che non esiteranno a rompere eventuali connivenze tra medico al piano di sopra e farmacista al piano di sotto per poter avere la ricetta nella farmacia che è più vicina a casa loro.

«Le indicazioni provenienti dal Garante» è il commento di Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia «dimostrano quanto avevamo visto lontano quando, due anni fa, lanciammo con la Regione il progetto per la dematerializzazione del promemoria e la sua stampa in farmacia. La sperimentazione prevedeva che, grazie a un’app prima e quindi con la sola tessera sanitaria, il paziente avrebbe potuto chiedere la spedizione della ricetta in qualsiasi farmacia lombarda. Il programma è in corso di implementazione, ma quando sarà a regime il cittadino non dovrà inviare codici o numeri alla farmacia e neanche chiedere al medico che lo faccia per lui. Ci fu chi disse che questo sistema avrebbe spalancato le porte ad accordi tra medici e farmacisti, sbagliava. Ora, piuttosto, occorre garantire che l’assistito possa scegliere liberamente la farmacia alla quale inviare».