attualita

Gimbe: il Ministro riveda le regole su requisiti e scelta del nuovo dg Aifa

30 Ottobre 2019

L’avviso pubblicato il 24 ottobre scorso dal ministero della Salute per selezionare il nuovo direttore generale dell’Aifa offre l’opportunità di aggiornare le norme che regolano scelta e requisiti del profilo, risalenti al 2004 e ormai inadeguate rispetto al ruolo recitato oggi da tale figura. E’ quanto scrive Nino Cartabellotta (foto), presidente della Fondazione Gimbe (Gruppo italiano per la medicina basata sulle evidenze) in una nota diffusa ieri: «Il direttore generale dell’Agenzia del farmaco» ricorda Cartabellotta «è una figura chiave per la sostenibilità e l’innovazione farmaceutica del Ssn: da un lato gestisce una fetta di spesa sanitaria che vale più di 29 miliardi di euro, 22 dei quali spesa pubblica; dall’altro è un dirigente plenipotenziaria cho, secondo quanto stabilisce il Regolamento dell’Aifa (decreto ministeriale 245/2004), mantiene tutti i poteri di gestione e direzione delle attività oltre a quelli di rappresentanza legale dell’Ente».

Per tale motivo, prosegue il presidente della Fondazione, la decisione dell’ex ministro Grillo di nominare l’attuale dg, Luca Li Bassi, attraverso un avviso pubblico di manifestazione di interesse anziché per nomina fiduciaria, «è stato un primo passo verso la trasparenza, anche se la successiva procedura di selezione si è rivelata del tutto opaca». I requisiti richiesti per ricoprire il ruolo, inoltre, rimangono quelli del già citato decreto 245/2004, che si limita a richiedere il «diploma di laurea specialistica e, molto genericamente, una qualificata e documentata competenza ed esperienza sia sul piano tecnico-scientifico nel settore dei farmaci, sia in materia gestionale e manageriale».

Secondo il Gimbe è una formulazione al ribasso che stride, per esempio, con l’ultima selezione lanciata dalla Commissione europea per la sceltadel direttore esecutivo dell’Ema: la descrizione delle competenze richieste, molto più analitica, spazia «dall’esperienza in funzioni dirigenziali alle conoscenze tecniche, dalle capacità di comunicazione e negoziazione ai requisiti formali, sino ai criteri di indipendenza e conflitto di interessi. Ma soprattutto, descrive minuziosamente il processo che porta alla selezione dei candidati e quindi alla nomina del direttore esecutivo da parte della Commissione Ue».

«Considerate le enormi criticità nella governance della spesa farmaceutica» conclude Cartabellotta «la delicatezza della gestione dei rapporti con l’industria, l’indifferibile revisione del prontuario, l’esigenza di conciliare sostenibilità e innovazione, l’insolita “doppia veste” di agenzia regolatoria e di health technology assessment, la necessità di rilanciare l’informazione indipendente sui farmaci e di potenziare la ricerca indipendente, è indubbio che la selezione del direttore generale dell’Aifa debba avvenire su basi meritocratiche e in assenza di conflitti di interesse». Per tale motivo, «sarebbe opportuno rendere pubblici, prima della nomina, sia una descrizione analitica delle competenze richieste, sia le procedure e i criteri di valutazione che porteranno il Ministro alla scelta».