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Ascoli, sulla vendita della comunale ricorso di Federfarma e Fofi

11 Settembre 2019

 

Arriva anche il ricorso straordinario al Capo dello Stato nella guerra che i farmacisti titolari di Ascoli Piceno stanno combattendo da anni contro l’apertura in deroga della quinta farmacia comunale (in un centro commerciale nella periferia est del capoluogo) e la vendita dell’ex comunale numero 1. Anzi, per la precisione i ricorsi sono due, uno di Federfarma nazionale e l’altro della Fofi, cui vanno aggiunte due impugnazioni al Tar da parte di Federfarma Marche e Ordine dei farmacisti del capoluogo.

In tutti e quattro i casi c’è nel mirino la vendita dell’ex comunale a una società che per i ricorrenti è soltanto una “scatola” vuota, dietro alla quale ci sarebbe una nota clinica privata. «Da quanto appurato» spiega a FPress Pasquale D’Avella, presidente di Federfarma Marche «i due soggetti condividono gli stessi amministratori e sono di fatto sovrapponibili». Il doppio ricorso straordinario al Capo dello Stato punta alla delibera comunale che aveva decretato la vendita della farmacia (formalmente non più impugnabile perché fuori tempo massimo), i due ricorsi ordinari al Tar delle Marche riguardano invece l’autorizzazione dell’Asl all’apertura.

La nuova offensiva rappresenta l’ultimo atto di un contenzioso che si trascina da circa sei anni: all’origine il piano dell’amministrazione cittadina per la riorganizzazione delle sue farmacie, che prevedeva la vendita di due esercizi su quattro (quelli dai fatturati più bassi) e l’apertura di un quinto nel centro commerciale Oasi, in base alle norme del decreto Monti sulle farmacie in deroga. Il ricorso al Tar presentato nel 2016 da alcuni titolari di farmacia ascolani riesce a bloccare l’operazione, ma quando la Regione dispone la revoca dell’autorizzazione al Comune, questo ricorre a sua volta al Tar e vince. I farmacisti si appellano allora al Consiglio di Stato ma le loro tesi vengono bocciate nel febbraio scorso.