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Regno Unito, per l’industria va allargato il ruolo delle farmacie contro covid

26 Giugno 2020

La ricostruzione del sistema sanitario inglese dopo lo tsunami di covid deve passare da un ampliamento del ruolo che la farmacia inglese riveste nelle cure primarie. E’ quanto raccomanda un documento di 24 pagine sottoscritto da alcune sigle del comparto (tra le quali l’Abpi, la Farmindustria britannica, e la Bgma, l’associazione dei produttori di generici) e indirizzato al Gruppo di risposta per covid-19, il comitato consultivo che rappresenta la voce dei produttori del comparto sanità nei confronti del Governo.

Tra le azioni che il governo dovrebbe mettere in campo dopo la pandemia, suggerisce il rapporto, ci dovrebbe essere quella di aprire ai farmacisti l’accesso in scrittura alle cartelle cliniche degli assistiti e autorizzarli a indirizzare i pazienti ad altri operatori sanitari.

Per evitare che la pandemia si protragga, inoltre, occorreranno interventi per migliorare la capacità del sistema di fare prevenzione primaria e secondaria, cosa che si potrà ottenere con «l’espansione del ruolo della farmacia nei team di assistenza delle cure primarie.

Nella stessa prospettiva, il documento auspica anche un rafforzamento del Cpcs, il programma che dallo scorso ottobre consente al servizio di emergenza-urgenza, Nhs 111, di dirottare le chiamate meno complesse alla farmacia più vicina. La raccomandazione, in particolare, è di allargare il programma anche alle richieste che arrivano online al 111, in modo da dare risposta a un più ampio numero di richieste.

Infine, il rapporto suggerisce di accelerare ed estendere l’accesso ai test diagnostici per covid, anche con un incremento delle scorte nei Centri per il trattamento urgente e nelle farmacie del territorio. Stesso discorso per la disponibilità di medicinali e dispositivi medici, che dovrebbe essere garantita dalle autorità centrali mettendo in atto strategie adeguate.