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Vaccini covid, più che di farmacie il Nhs ha bisogno di farmacisti inoculatori

20 Novembre 2020

Per la somministrazione dei primi vaccini contro covid ai pazienti inglesi, il servizio sanitario potrebbe preferire l’aiuto dei farmacisti del territorio piuttosto che quello delle farmacie. Sembra un gioco di parole, è invece la piega che stanno prendendo i piani nel Nhs secondo quanto riferisce un articolo del Pharmaceutical Journal: come ha spiegato l’altro ieri Jill Loader, vicedirettore con delega per le farmacie di Nhs England, in un webinar rivolto a medici di famiglia e farmacisti, il programma cui sta lavorando il Governo per la somministrazione delle prime forniture del vaccino Pfizer-BioNTech potrebbe coinvolgere «le farmacie del territorio in diversi modi».

Alcune, ha spiegato in dettaglio la dirigente, potranno essere selezionate per figurare tra i siti dove verranno effettuate le vaccinazioni, ma si tratterà soltanto di una minoranza perché le farmacie dovranno disporre di frigoriferi capaci di mantenere temperature tra i 2 e gli 8°C e disporre di spazi e personale per effettuare 975 vaccinazioni a settimana.

Alle altre invece, il Nhs potrebbe chiedere di mettere i loro farmacisti vaccinatori a disposizione dei centri vaccinali che saranno istituiti per la somministrazione di massa delle dosi. A tal fine, una settimana fa il servizio sanitario aveva chiesto alle reti territoriali degli ambulatori per l‘assistenza primaria (Primary care network) di individuare ognuna un sito da designare come centro vaccinale, a patto che possedesse i requisiti necessari. Tra questi, la possibilità di somministrare vaccini per sette giorni alla settimana, festici compresi, dalle 8 di mattina alle 20 di sera. Per quanto concerne la remunerazione, ha detto ancora Loader, le farmacie che vaccineranno dovrebbero essere pagate con lo stesso compenso previsto per i mmg, 12,58 sterline a vaccino.