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Artena, comunale verso la riapertura. Ma crescono gli interrogativi sulla vicenda

25 Gennaio 2020

Assistenza farmaceutica prossima al ritorno ad Artena, il comune laziale che nelle settimane scorse si era visto chiudere una dopo l’altra le sue farmacie (due private e una pubblica) per il fallimento di Farmaca, la catena cui facevano capo gli esercizi. Secondo quanto riferisce la stampa locale, il municipio avrebbe disposto l’altro ieri la requisizione dei locali della farmacia comunale per consegnarli alla società che tre giorni prima ha vinto la gara di affidamento: gestione per sei mesi e canone del 10% sul fatturato. Era opinione diffusa che nessuno si sarebbe presentato a tali condizioni, invece è arrivata l’offerta della Mrc, società che già gestisce alcune comunali del frusinate.

Oltre a riaprire la farmacia pubblica, il comune sta valutando anche la trasformazione delle due private (una chiusa, una in servizio a singhiozzo) in dispensari, ma per farlo serve una delibera della Regione. In ogni caso, ha detto il sindaco di Artena al giornale La Nuova Tribuna, «spero che la comunale apra entro il primo febbraio. Con l’ordinanza ho requisito i locali, inventariato quello che c’è dentro e messo a disposizione la stessa sede al nuovo aggiudicatario, affinché in una settimana – massimo dieci giorni – riprenda la distribuzione dei farmaci alla popolazione».

Già, la popolazione. Dall’inizio del mese, i residenti vanno nelle farmacie dei centri vicini: Valmontone, a otto minuti di auto; Labico, 12 minuti; Zagarolo, 25 minuti. Distanze che fanno scattare un pesante interrogativo: com’è stato possibile che una catena fosse riuscita ad assicurarsi il controllo degli esercizi di un intero comune (tramite partecipazioni in società accomandatarie) senza che scattasse alcun allarme? Eppure, recenti casi provenienti da altri settori del commercio forniscono esempi cristallini di come dovrebbero funzionare le cose: lunedì scorso, l’Antitrust si è pronunciata sull’acquisizione dei supermercati di Auchan Italia da parte di Conad e Bdc; per accertare che dall’operazione non scaturiscano eventuali eccessi di concentrazione sul territorio, l’Autorità ha esaminato la distribuzione dei punti vendita dei tre gruppi per aree omogenee, individuate da “isocrone” di 10 e 15 minuti di percorrenza in auto. Ossia per distanze di guida. E ha appuntato una bandierina rossa in tutti i bacini dove i supermercati controllati da Bdc-Conad sono più del 25% del totale.

Viene allora da chiedersi quali esiti avrebbe dato un’analisi dello stesso genere sulle farmacie della zona attorno ad Artena, fosse stata fatta quando serviva: in un’area delimitata da un’isocrona di dieci minuti di percorrenza in auto, quanti sono gli esercizi farmaceutici in attività? E le tre farmacie che facevano capo a Farmaca, quante erano sul totale? Più o meno di quel 25% che ha fatto scattare l’intervento dell’Antitrust sull’operazione Auchan-Conad? Si fa sempre più forte il dubbio che ad Artena qualcosa non abbia funzionato. E che servano contromisure, se si vogliono evitare nuovi casi analoghi.