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Farmacie Rurali d’Italia: prezzo imposto paralizzerà produzione, rischio carenze

29 Aprile 2020

L’ordinanza sul prezzo imposto per le mascherine uni-en 14683 rischia di mettere in difficoltà le piccole farmacie, che potrebbero trovarsi presto senza forniture. E’ quanto denuncia Farmacie Rurali d’Italia, che in un comunicato diffuso ieri esprime forti critiche sul provvedimento del Commissario Arcuri: «Non ci sono scorte nei magazzini» avvisa l’associazione «le piccole farmacie sono realtà di paese, il prezzo a 50 centesimi costringerà le aziende a interrompere la produzione perché non riusciranno a stare dentro ai costi e noi farmacisti non riusciremo più ad approvvigionarci».

Il timore, in sostanza, è che le scorte si esauriscano rapidamente e le farmacie non riescano più a fornire mascherine alla popolazione così come ai loro dipendenti. Per far fronte alla fase 2, invece, serve una maxi-produzione supportata dal Governo, che immetta nel mercato di milioni di pezzi a prezzo calmierato.

«Le piccole farmacie hanno disponibilità per un centinaio o poco più di pezzi» riprende Farmacie Rurali d’Italia «spesso imbustati dal farmacista uno a uno nel retrobottega. Offrire queste mascherine a 50 centesimi senza nessuna certezza di riuscire poi a rifornire il magazzino è un azzardo che molti non si sentono di tentare».

Dal Governo arrivano annunci di produzioni affidate all’opificio militare, abrogazione dell’iva e imminenti forniture per milioni di pezzi. «Bene» osserva Farmacia Rurali d’Italia «ma fino a quando non vediamo qualcosa di concreto non possiamo rischiare di terminare le scorte e di mettere a repentaglio la salute dei nostri collaboratori. Abbiamo fatto il conto che ci servono tra le 60 e le 100 mascherine al mese, per noi e chi lavora con noi. Se queste promesse non verranno mantenute, a breve assisteremo a un blocco totale della distribuzione, non ci saranno più pezzi disponibili sul mercato perché le aziende, a questo costo, non riescono a produrre».