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Manovra 2021, si aggrava il taglio alla convenzionata: il tetto perde 1,2 miliardi

22 Dicembre 2020

Non vale più 800 milioni ma 1,2 miliardi di euro il taglio al budget della spesa farmaceutica convenzionata minacciato dalla Manovra per il 2021. Sono i conti aggiornati dopo l’approvazione in commissione Bilancio della Camera dell’emendamento 81.2 (prima firma Lorenzin, Pd) che abbassa al 7% il tetto della convenzionata e al 7,85% quello della spesa per gli acquisti diretti (ospedaliera più dd-dpc). L’intervento, di cui si vociferava già da qualche giorno, aggrava la disposizione dettata originariamente dall’articolo 81 del ddl Bilancio, che riduceva dall’attuale 7,96 al 7,30% il budget della convenzionata e alzava dal 6,89 al 7,55% quello degli acquisti diretti.

Per valutare la ricaduta dell’emendamento approvato ieri basta fare riferimento al promemoria inviato alcuni giorni fa dalle Regioni a proposito di governance farmaceutica: nel documento i tecnici regionali valutavano il Fondo sanitario per il 2021 in 121,37 miliardi di euro; con il tetto al 7,30%, il budget della spesa convenzionata sarebbe sceso a 8,86 miliardi, circa 800 milioni in meno rispetto a quanto avrebbe garantito l’attuale tetto di spesa. Con il 7%, invece, il budget della spesa convenzionata cala di altri 350 milioni, portando la differenza con l’attuale tetto a quasi 1,2 miliardi euro.

Forti critiche all’emendamento da Federfarma e Fofi: «Senza alcuna misura di bilanciamento economico a sostegno della ormai precaria situazione finanziaria in cui versano le farmacie italiane» recita una nota diffusa ieri dal sindacato «la disposizione mina ulteriormente le condizioni di precario equilibrio finanziario delle farmacie». Il tasso di indebitamento verso le banche e i fornitori, continua la nota, «non è più sostenibile e un grande numero di farmacie è ormai in crisi irreversibile. Senza una vera riforma della remunerazione non solo verrà meno la possibilità di investire per l’erogazione di servizi a favore dei cittadini».

Preoccupazioni anche dalla Fofi, che esprime « stupore e disappunto per la mancata adozione di misure di finanziamento per la governance farmaceutica e a favore della farmacia italiana, la cui sostenibilità è gravemente pregiudicata da una condizione di preoccupante fragilità economica, aggravata dall’abbassamento del tetto della spesa farmaceutica territoriale (convenzionata, ndr)».

Tetti a parte, tra gli emendamenti approvati dalla commissione Bilancio (che ha licenziato la Manovra per inviarla all’esame dell’aula) riscuotono l’interesse dei farmacisti titolari anche la proposta 75.020 (prima firma Mandelli, Fi) che autorizza le farmacie a eseguire test sierologici e tamponi antigenici rapidi (purché fornite degli spazi idonei sotto il profilo igienico-sanitario e alla tutela della privacy); l’emendamento 81.01 (Prestipino, Pd) che affida al ministero della Salute l’emanazione di un decreto con cui definire i casi nei quali il medico veterinario può prescrivere un medicinale per uso umano dal prezzo inferiore al corrispondente per uso animale. Infine, come FPress aveva già anticipato, è stato approvato l’emendamento (ex Gemmato, vedi intervista qui) che autorizza «in via sperimentale per l’anno 2021, la somministrazione di vaccini nelle farmacie aperte al pubblico sotto la supervisione di medici assistiti, se necessario, da infermieri o da personale sanitario opportunamente formato, eventualmente anche a seguito della fornitura da parte delle aziende sanitarie locali, secondo specifici accordi stipulati con le organizzazioni sindacali rappresentative delle farmacie, sentito il competente ordine professionale».