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Speranza: patrimonio della farmacia è la fiducia dei cittadini

7 Ottobre 2019

«Considerare il servizio farmaceutico in termini meramente economici e commerciali non rende il senso della straordinaria funzione sociale che le farmacie svolgono. Ed è con questo approccio che lavoreremo insieme nelle prossime settimane, sul delicato terreno del rinnovo della convenzione e sulla riforma della remunerazione, per la quale mi impegno a riunire il tavolo nel più breve tempo possibile». E’ quanto ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, nel suo intervento alla VI edizione di Farmacistapiù, ospitata al Mico di Milano il 4 e 5 ottobre.

«Stiamo assistendo a un capovolgimento della piramide demografica» ha ricordato il Ministro «le cronicità crescono e quindi aumenta la necessità di un’assistenza territoriale organizzata». In questo contesto la farmacia dei servizi può quindi «offrire un orizzonte molto interessante, perché diventa non soltanto luogo specifico e competente di erogazione del farmaco – come è naturale che sia e come è sempre stato – ma anche punto di continuità tra ospedale e territorio e prima interfaccia del Ssn con i cittadini».

Per il Ministro, in sostanza, il sistema sanitario dovrà fare leva sulla vera forza della farmacia, che è «il rapporto di fiducia con i territori. I titoli si possono prendere e una volta presi è anche difficile perderli, ma la fiducia è un valore che o coltivi quotidianamente con il singolo individuo o in un istante evapora. E la fiducia che i cittadini ripongono nei farmacisti è un patrimonio straordinario e noi dobbiamo rafforzarlo e metterlo al servizio delle istituzioni. «Comprendo perfettamente cosa vuol dire tenere una farmacia aperta in comuni di poche migliaia di abitanti, è uno sforzo enorme».

All’intervento del Ministro hanno fatto da sponda le considerazioni del presidente della Fofi, Andrea Mandelli: «Il sistema farmacia ha bisogno di interventi economici che investano sulla professione» ha detto «penso all’assunzione di farmacisti negli ospedali, agli specializzandi che non hanno le borse di studio di cui godono i laureati dell’area medica, alle farmacie del territorio che da tempo non vedono più farmaci innovativi». La Legge 405/2001 è ormai anacronistica, ha proseguito Mandelli, «il farmacista può dare un contributo fortissimo alla sostenibilità dell’assistenza ma è indispensabile che nelle farmacie del territorio ritorni l’innovazione farmacologica. Sediamoci a un tavolo e troviamo una soluzione». «L’auspicio è che il Ministro ci convochi rapidamente» è il commento del presidente di Federfarma, Marco Cossolo «per arrivare entro fine anno alla conclusione di un percorso che metta assieme tre capisaldi sui quali fondiamo lo sviluppo della farmacia italiana, farmacia dei servizi, convenzione e remunerazione».