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Tamponi in parafarmacia, CdS “suggerisce” passaggio davanti alla Corte Ue

22 Settembre 2021

Potrebbe finire davanti alla Corte di giustizia europea il contenzioso tra parafarmacie e Regione Marche sulla delibera con cui la giunta ha annullato l’accordo che poche settimane prima aveva dato via libera a test sierologici e tamponi antigenici negli esercizi di vicinato. E’ l’eventualità prospettata dall’ordinanza, pubblicata ieri, con la quale il Consiglio di Stato ha concesso la sospensiva al ricorso contro la Regione presentato da Movimento nazionale liberi farmacisti (Mnlf), Unione nazionale dei farmacisti titolari di sola parafarmacia (Unaftisp) e Federazione nazionale parafarmacie italiane (Fnpi).

Contro la richiesta di sospensiva si era pronunciato prima delle vacanze il Tar Marche, la cui decisione però è stata rivista ieri dai giudici amministrativi di secondo grado. Attenzione però a non caricare il cambio di direzione di significati che non ci sono: nell’ordinanza, infatti, è scritto a chiare lettere che l’istanza cautelare è accolta «ai soli fini della sollecita fissazione dell’udienza dinanzi al Tar», che si era limitato a respingere la richiesta di sospensiva delle parafarmacie ma non si è ancora pronunciato nel merito. Di più, il Consiglio di Stato ricorda che «nel bilanciamento tra gli interessi pubblici e privati in rilievo nella presente vicenda, sino alla decisione del merito risulta prevalente l’esigenza, evidenziata dall’amministrazione regionale, di riservare l’effettuazione dei test antigienici alle sole farmacie inserite nel sistema sanitario nazionale».

L’urgenza di riportare il caso all’attenzione del Tar, è dunque la conclusione dell’ordinanza, è dettata dalla «complessità delle questioni di principio toccate dalla controversia», relative «alla definizione degli ambiti entro cui può svolgersi l’attività delle parafarmacie». Anzi, osserva il Consiglio di Stato, «l’approfondimento» che richiede il caso può «eventualmente» passare dalla «sottoposizione alla Corte di giustizia Ue della questione interpretativa». Con il rischio, però, che la “sollecita trattazione” davanti al Tar si allunghi di parecchio.