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Iqvia: nel 2020 vendite in farmacia calanti, crescono solo i segmenti covid

10 Marzo 2021

Il mercato della farmacia chiude il 2020 con un giro d’affari di 24 miliardi di euro, in calo dell’1,7% rispetto all’anno precedente. La perdita è da addebitare interamente al comparto del farmaco etico, che perde a valori il 3% e si ferma a 13,7 miliardi di fatturato; la libera vendita invece resta invariata sul 2019 e totalizza a valori 10,3 miliardi. I numeri arrivano da Iqvia e danno la misura delle difficoltà economiche attraversate dalla farmacia nell’anno del covid, con il commerciale che non riesce più a compensare le perdite dell’etico come solitamente accadeva. «Il farmacista si è speso molto per dimostrare la sua vicinanza al cittadino» commenta Sergio Liberatore, amministratore delegato di Iqvia Italia «tuttavia, aldilà dei fenomeni di accaparramento registrati a marzo, in generale le persone hanno evitato il più possibile di entrare nei negozi fisici».

La pandemia, peraltro, ha spinto non poco sui consumi di alcuni segmenti di mercato: il paniere dei dispositivi per covid ha visto un aumento a volumi del 78,6% e a valori del 175%: i guanti protettivi sono aumentati del 105,2% e i termometri dell’80,1%; in netta crescita anche i prodotti per la disinfezione delle mani, che a volumi fanno nel 2020 +1.125%, mentre le mascherine vendute in farmacia sono addirittura centuplicate a volumi e a valori, arrivando a fatturare 164 milioni di euro.

Anche gli integratori nutraceutici, considerati utili per la prevenzione dei sintomi da covid-19, hanno avuto un buon andamento: +3,8% a volumi, per un fatturato pari a 760 milioni di euro (+5,7%). I prodotti a base di vitamina C sono aumentati in volumi del 133,6% (154,5% in valori), mentre gli immunostimolanti sono cresciuti sempre in volumi del 78,9% (valori 79,5%).

I prodotti per il trattamento dei sintomi da raffreddamento, invece, hanno subito nel 2020 una contrazione del 5,1% a valori: i prodotti di libera vendita per la tosse sono calati del 28%, gli anti-influenzali e anti-raffreddore, come il paracetamolo, hanno subito una contrazione del 10,5% a valori e del 12,3% a volumi. Gli antibiotici sistemici sono crollati sia a valori (-24,1%) sia a volumi (-24,0%).

In forte crescita anche i consumi di prodotti per l’insonnia, l’ansia e la depressione, sempre in relazione alla pandemia e al lockdown. La vendita di psicofarmaci da prescrizione è cresciuta a volumi dello 0,9% rispetto all’anno precedente, i farmaci di autocura e tutti gli altri calmanti e antidepressivi (principalmente integratori a base di valeriana e melatonina) hanno fatto un balzo in avanti del 18,3% a valori.

In aumento anche tutto il comparto del parafarmaco (termometri, mascherine) che nel 2020 totalizza un giro d’affari di 1,7 miliardi (+9,8% a valori, +22,6% a volumi). Il mercato del nutrizionale (latti in polvere, alimenti per celiaci eccetera) resta invece stabile e totalizza a valori 400 milioni.

Numeri andamenti non accomunano però tutte le farmacie: gli esercizi che nel 2020 hanno sofferto di più sono quelli di grande superficie ubicati nelle zone urbane con alta densità di uffici, che in media hanno perso il 5,7% del fatturato rispetto al 2019; le farmacie medie, invece, lasciano il 2,1% mentre le piccole farmacie hanno visto un forte incremento delle vendite, con aumenti di fatturato del 15%.

In ogni caso, rispetto ai canali con cui è in concorrenza nel comparto della libera vendita, la farmacia mostra numeri nettamente migliori: il fatturato del canale nel “senza ricetta”, come detto in apertura, vale 10,3 miliardi di euro, le vendite della parafarmacia si fermano a 850 milioni e i corner degli iper-supermercati non superano i 666 milioni di euro. Gli iper- supermercati senza corner, invece, totalizzano a valori 1,7 miliardi.

Nel 2020, così, l’unico canale a crescere è quello delle farmacie online, che registrano incrementi a doppia cifra: +66%, per un fatturato 2020 di 389 milioni. Si tratta di una quota esigua rispetto al mercato totale della farmacia (24 miliardi), ma resta il fatto che l’e-commerce rappresenta un’opzione sempre più apprezzata da chi acquista. Incide la comodità di fare shopping 24 ore al giorno, sette giorni alla settimana e senza dover uscire di casa. Elemento non trascurabile in questo momento di pandemia.