L’Aifa apre alle consulenze da parte di figure esterne di alta professionalità ma senza cadere nella «tagliola» del conflitto di interessi, contro il quale vengono anche rafforzati i paletti per dirigenti e dipendenti. Sono le novità salienti del nuovo Regolamento adottato con delibera dal cda dell’Agenzia dopo aver accolto i suggerimenti dell’Anac (l’Autorità anti-corruzione).
«Non avevamo alcun obbligo di intervenire con un Regolamento sul conflitto di interessi, ma abbiamo voluto farlo per seguire il solco che l’Europa sta tracciando in questo senso nel settore farmaceutico» spiega il presidente di Aifa, Robert Nisticò «ma soprattutto abbiamo pensato di tutelare la salute dei cittadini assicurando un’efficace prevenzione dei conflitti di interessi, senza che questo si trasformi in un cappio per il buon andamento dell’Agenzia».
L’elenco di rapporti e attività che costituiscono “interessi secondari diretti”, in particolare, ricomprende rapporti di dipendenza, consulenza o collaborazione a qualsiasi titolo, anche gratuito, con un’entità “sensibile”; trasferimenti di denaro sotto qualsiasi forma da parte di privati operanti nel settore farmaceutico; attività extra istituzionali di docenza e interventi come relatori in eventi organizzati sempre da entità sensibili; possesso di titoli azionari, stock option o qualsiasi altra cointeressenza o interesse partecipato a società del settore farmaceutico; diritti di proprietà, brevetti inclusi relativi a medicinali o principi attivi; partecipazione a comitati strategici, scientifici e direttivi organizzati o finanziati da entità sensibili; cariche sociali, anche a titolo gratuito, di società scientifiche finanziate da imprese o qualunque altro soggetto privato operante nel settore farmaceutico.
Simile l’elenco di interessi secondari che si configurano quando questi riguardano parenti o persone comunque vicine a dipendenti, dirigenti e collaboratori Aifa.
Dipendenti e dirigenti sono obbligati a presentare la dichiarazione sul conflitto di interessi (Doi) al dirigente superiore. I componenti di cda, cdr, Oiv (Organismo indipendente di valutazione), Cse (Commissione scientifica ed economica del farmaco) e i direttori generali rendono a loro volta la dichiarazione di conflitto di interessi al comitato dei garanti, che supporta i responsabili della valutazione del conflitto di interessi nei casi di particolare complessità. Del Comitato fanno parte Lorenzo D’Avack, con funzioni di presidente, e Pierluigi Navarra e Giuseppe Fabrizio Maiellaro.
La violazione degli obblighi previsti dal Regolamento comporta la sospensione dell’attività da tre mesi a un anno per esperti, consulenti, collaboratori e componenti gruppi di lavoro non alle dirette dipendenze di Aifa. Per i dipendenti scatta invece il procedimento disciplinare.
«Con il nuovo Regolamento» spiega il direttore amministrativo di Aifa, Giovanni Pavesi «l’Agenzia si muove in linea con la recente decisione della Corte di Giustizia europea, che ribaltando una decisione dell’Ema di non approvare un farmaco, in presenza di un possibile conflitto di interesse, ha stabilito che la stessa Agenzia europea è tenuta a vigilare per evitare che gli esperti che consulta si trovino in conflitto di interessi. Un rischio dal quale l’Aifa vuole mettersi al riparo anche con un nuovo codice di comportamento interno che amplia i doveri del personale dell’Agenzia, in un’ottica di prevenzione degli illeciti, con particolare attenzione all’utilizzo di tecnologie informatiche, mezzi di informazione e social media».