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Anti-obesità: l’Aifa guarda al modello inglese per rimborsabilità

30 Aprile 2025

Appena l’obesità entrerà tra i Livelli essenziali di assistenza (Lea), «l’Aifa attraverso la Commissione scientifica ed economica valuterà l’eventuale rimborsabilità dei nuovi farmaci che stanno arrivando, prendendo spunto dai modelli già esistenti. Per questo siamo andati in missione in Inghilterra». Lo spiega Robert Nisticò, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), in un’intervista al Sole 24 Ore, dove chiarisce l’impostazione con cui l’Agenzia affronterà il dossier sui nuovi anti-obesità.

Nisticò, insieme a Emanuele Monti (componente del cda dell’Aifa e presidente della Commissione Welfare della Regione Lombardia), è appena rientrato da una missione istituzionale a Londra. Obiettivo: rafforzare la cooperazione tra Italia e Regno Unito nel campo dell’innovazione farmaceutica e confrontarsi con l’approccio britannico alla gestione dell’obesità.

Nel Regno Unito, il National Health Service (Nhs) ha già avviato un programma di rimborsabilità per i farmaci anti-obesità, riservato ai pazienti con forme gravi. Ma soprattutto, spiega Nisticò, «quello che mi piacerebbe fosse replicato in Italia è la sperimentazione in corso a Manchester», che affianca alla farmacovigilanza tradizionale una raccolta dati strutturata, «una sorta di trial clinico “real life” su migliaia di pazienti con il meccanismo della randomizzazione, per provarne il valore clinico e sociale, oltre che la sicurezza».

L’approccio britannico si basa su una raccolta sistematica di evidenze nel mondo reale (real-world evidence) per guidare le decisioni pubbliche. Un metodo che secondo Nisticò «dovrebbe essere impiegato per tutti i farmaci che presentano gradi di incertezza sugli effetti a lungo termine, come quelli per l’obesità o per l’Alzheimer».

Il presidente dell’Aifa riconosce che l’arrivo di molecole come semaglutide e tirzepatide – già commercializzate da Novo Nordisk ed Eli Lilly – ha cambiato il panorama terapeutico, ma invita alla prudenza: «Il problema non è tanto il prezzo, ma il fatto che colpisce milioni di persone. Vanno erogati in base a criteri stringenti e a chi ne ha davvero bisogno».

La cornice normativa, intanto, è in via di definizione: entro l’estate dovrebbe essere approvata la legge che riconosce l’obesità come “malattia progressiva e recidivante”, con conseguente inclusione nei Lea. Il disegno di legge è atteso alla Camera il 6 maggio, poi passerà al Senato.

«Non curare l’obesità» ricorda Nisticò «porta a conseguenze importanti come diabete, rischio cardiovascolare e tumori. Tutte patologie con un impatto sociale ed economico significativo». Per questo serve una strategia sostenibile, in cui l’accesso all’innovazione non comprometta l’equilibrio del sistema.

Quanto ai costi, il presidente dell’Aifa è fiducioso: «I prezzi comunque scenderanno, e poi i farmaci da iniettabili diventeranno orali, quindi saranno sempre più di largo consumo». La sfida sarà costruire un modello di governance capace di accompagnare questo cambiamento, garantendo appropriatezza, equità e monitoraggio puntuale. E il Regno Unito, in questo senso, ha molto da insegnare.