Le farmacie diventeranno dei veri e propri «hub della salute», soprattutto nelle aree interne del Paese dove gli altri servizi sanitari fanno fatica ad arrivare. Lo ha detto il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, intervenendo ieri alla 65a Assemblea dell’Unione europea delle farmacie sociali (Uefs), la federazione che rappresenta le farmacie con vocazione mutualistica di otto paesi Ue (tra i quali l’Italia con Assofarm).
Ospitato a Napoli giovedì e venerdì, l’evento ha dedicato quest’anno i propri lavori al tema del farmacista prescrittore, con relazioni e testimonianze ad ampio spettro; Vincenzo Santagada, presidente dell’Ordine dei farmacisti di Napoli, ha passato in rassegna le principali esperienze già avviate in diversi Paesi europei, evidenziandone le peculiarità e ponendo un forte accento sul tema della formazione; Domenico Della Gatta, coordinatore di Assofarm Campania, ha ribadito che la proposta del farmacista prescrittore non vuole essere divisiva ma ha per obiettivo quello di potenziare la collaborazione interprofessionale. Antonio Gaudioso, docente della Luiss Guido Carli di Roma, ha ricordato i principi fondanti del nostro sistema sanitario pubblico, imperniato sull’universalismo delle cure; Jonathan Burton, presidente dello Scottish pharmacy board della Royal pharmaceutical society, ha inquadrato impianto normativo e attività del farmacista prescrittore nel suo Paese.
Nell’intervento con cui ha aperto i lavori, invece, il sottosegretario Gemmato ha ricordato le disposizioni e i progetti di legge promossi dal Governo per ridisegnare e aggiornare il sistema farmacia. «In forza della Pianta organica» ha detto «la farmacia rappresenta il primo presidio del Ssn sul territorio. Con la riforma della remunerazione abbiamo svincolato l’onorario del farmacista dal prezzo del farmaco premiandone la professionalità; con il progressivo passaggio di farmaci dal Pht al canale convenzionato aiutiamo i pazienti a trovare i medicinali di cui hanno bisogno nella farmacia sotto casa; con il ddl semplificazioni – dove si prevede tra le altre cose che nel caso dei pazienti cronici il medico possa lasciare la ricetta aperta per dodici mesi, in modo da permettere al paziente di rinnovare le scorte mensili andando direttamente in farmacia – affideremo al farmacista il monitoraggio dell’aderenza terapeutica e il controllo dei consumi».
Infine, ha concluso Gemmato, con il nuovo Testo unico sulla farmaceutica, per cui il governo ha approvato da poco il ddl delega, «aggiorniamo un impianto normativo che risale al 1934 e poniamo le basi per riportare on Italia la produzione di diversi farmaci importanti per i malati».
A tirare le fila dei lavori presidente e segretario generale dell’Uefs, Venanzio Gizzi e Paul Perdieus, che hanno ricordato come la figura del farmacista prescrittore vada inquadrata nell’evoluzione che sta contrassegnando i sistemi sanitari europei, dove a una crescente complessità dei percorsi di cura si abbinano carenze di personale e insufficiente ricambio generazionale. «La Uefs» ha ricordato in particolare Gizzi «non rinuncerà mai al suo ruolo di “think tank” orientato allo studio e all’esplorazione di proposte dirette ad aggiornar ela farmacia per tenerla sempre al passo con i bisogni dei cittadini».