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Carenze, 18 Paesi Ue: misure più forti per ridurre dipendenza da Cina e India

4 Maggio 2023

Un folto gruppo di Paesi Ue, 18 in tutto tra i quali Germania, Francia e Italia, ha firmato un documento condiviso che chiede alla Commissione europea di adottare norme con cui ridurre la dipendenza dell’Unione dalle materie prime prodotte in Cina e altri Paesi asiatici. Il memorandum, secondo quanto rivela il Financial Times, sarà discusso questa settimana in una riunione informale dei ministri della Sanità convocata a Stoccolma.

Nel documento, in particolare, i Paesi membri chiedono a Bruxelles l’adozione di un sistema di «ultima istanza» (last resort) che consenta agli Stati di scambiarsi reciprocamente i medicinali, più l’istituzione di un elenco di farmaci a rischio di carenze da mettere sotto vigilanza relativamente agli approvvigionamenti.

Le proposte, scrive il quotidiano economico inglese, vanno oltre le misure formulate dalla Commissione Ue nella recente bozza di direttiva per una nuova legislazione farmaceutica. E riflettono le preoccupazioni degli Stati per la fragilità che la filiera farmaceutica europea ha mostrato con lo scoppio del conflitto in Ucraina. «È un po’ come il gas russo» ha detto al Financial Times un funzionario di uno dei Paesi che hanno sottoscritto il documento «quando costa poco e arriva in abbondanza va bene; quando scarseggia e in più costa tanto è un problema».

«La carenza di medicinali è in parte causa dalla crescente monopolizzazione del mercato» è il parere di Frank Vandenbroucke, ministro belga della salute e degli affari sociali «La disponobilità di medicinali in tutto il mondo può essere messa a repentaglio non solo da una pandemia, un disastro naturale o una guerra, ma anche da difficoltà nella produzione. Stiamo ragionando con i nostri partner Ue per nuove misure con cui garantire l’approvvigionamento».

Secondo il rapporto del Pgeu, ricorda il Financial Times, più di tre quarti dei Paesi membri hanno segnalato nel 2022 un aggravamento delle carenze di farmaci. Al quale, ricorda il quotidiano, non è estranea l’inflazione di questi mesi, che ha aumentato i costi e intaccato i margini dei produttori di generici.

Ma la preoccupazione principale riguarda la già citata dipendenza dalla produzione di principi attivi concentrata in Cina e India. Secondo il documento sottoscritto dai 18 Paesi Ue, ciò renderebbe le catene di approvvigionamento potenzialmente fragili in caso di crisi geopolitiche o economiche.

«L’Ue» si legge nel memorandum «sta diventando sempre più dipendente dalle importazioni da alcuni produttori, cosa che rende il problema anche una questione di sicurezza nazionale». Nel 2019, ricorda il documento, il 40% dei principi attivi prodotti nel mondo arrivava dalla Cina. Inoltre, quasi tutti i produttori di sostante attive dipendono dalla Cina per i beni intermedi».

Contro le carenze l’Ue ha già in serbo alcune misure specifiche nel pacchetto di interventi per la nuova legislazione farmaceutica. In particolare, sono previsti incentivi alle industrie che riforniscono regolarmente tutti i 27 Paesi dell’Unione e disposizioni straordinarie che consentono a Bruxelles di assumere il controllo della produzione dei farmaci di maggiore interesse per la salute pubblica in caso di emergenze sanitarie. Tuttavia, come detto, i 18 Stati membri vogliono andare oltre e discutere un pacchetto di proposte che potrebbe anche confluire in un progetto di direttiva sui farmaci con citicità negli approvvigionamenti.