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Carenze mg, notizie che fanno ben sperare dal nuovo concorso di Formazione

4 Settembre 2025

Arrivano notizie che fanno ben sperare dall’ultimo concorso per l’accesso alla Formazione specifica in Medicina generale: secondo i dati riportati da Avvenire, le domande presentate per la selezione in programma il prossimo 30 settembre hanno raggiunto quota 4.207, a fronte di 2.228 borse disponibili nei corsi regionali. L’anno scorso le richieste si erano fermate a 2.229, meno dei posti messi a concorso (2.623).

L’impennata delle iscrizioni non risolve il problema ormai annoso della carenza di mmg che affligge molte zone del Paese – e di cui soffrono anche le farmacie del territorio – ma alimenta la speranza di una ripresa di interesse per una professione che negli ultimi anni ha sofferto pesantemente. I medici di famiglia in Italia sono scesi da 45mila nel 2013 a 35mila nel 2024, con ricadute immediate sull’assistenza territoriale. «Secondo quanto calcoliamo» riferisce Noemi Lopes, vicesegretario nazionale Fimmg «sulla base dei pensionamenti previsti e non rimpiazzati, entro la fine del 2026 potrebbero restare senza un medico di famiglia circa 15 milioni di cittadini».

Il balzo delle domande, in particolare, si registra in quasi tutte le regioni. «In Lombardia l’anno scorso i candidati erano stati 280 a fronte di 505 borse; quest’anno le borse sono 390, ma le domande sono salite a 601» spiega Anna Carla Pozzi, referente del Corso di formazione in Medicina generale a Milano. In Abruzzo, Calabria, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Puglia, Sicilia, Toscana e Veneto le richieste superano ampiamente i posti disponibili, in alcuni casi raddoppiandoli o triplicandoli.

Gli esperti invitano comunque alla cautela. «Non è detto che tutti coloro che hanno presentato domanda si presentino al concorso» osserva Pozzi «né che completino il percorso formativo. Qualcuno potrebbe scegliere la specializzazione ospedaliera, mentre altri, stanchi dei reparti, potrebbero reindirizzarsi alla medicina del territorio».

Negli ultimi anni la formazione dei medici di famiglia ha subito profonde trasformazioni. Durante la pandemia il corso è diventato “professionalizzante”: già dopo il primo anno di attività formativa, l’allievo può aprire un proprio ambulatorio con un massimale di mille assistiti, continuando parallelamente il percorso di lezioni e tutoraggio. Una modalità che ha consentito di immettere più rapidamente professionisti sul territorio, ma che richiede ora un aggiornamento del quadro contrattuale e organizzativo.

«Occorre al più presto un nuovo Atto di indirizzo» puntualizza Lopes «per sottoscrivere un Accordo collettivo nazionale che definisca il ruolo unico del medico di medicina generale». La crescita di domande, aggiunge, «può essere legata anche agli Accordi integrativi regionali siglati in diverse aree del Paese, che hanno introdotto nuove responsabilità e forme di remunerazione in vista delle Case della comunità».

Il rilancio della professione resta dunque legato alla capacità di dare certezze normative e prospettive organizzative ai giovani medici. Per il servizio sanitario e per le farmacie di comunità, partner imprescindibili nell’assistenza territoriale, si tratta di un passaggio cruciale: senza medici di famiglia, la prossimità rischia di restare uno slogan vuoto.