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Case di comunità, dall’ultimo rapporto Agenas ancora criticità

24 Settembre 2025

Dati ancora deludenti sullo sviluppo delle Case di comunità, il modello su cui il Pnrr impernia la riorganizzazione delle cure primarie: delle 1.723 strutture programmate sul territorio nazionale, al primo semestre 2025 ne risultano attive con almeno un servizio soltanto 660, pari al 38% del previsto. Ancora più critico il dato sulla piena operatività secondo gli standard del Dm 77/2022: solo 46 CdC — meno del 3% del totale programmato — hanno tutti i servizi obbligatori con presenza medica e infermieristica secondo gli orari stabiliti. È invece di 172 il numero delle CdC che dichiarano tutti i servizi obbligatori ma senza la presenza continuativa di medici e infermieri (circa il 10%).

I numeri arrivano dall’ultimo rapporto dell’Agenas, che evidenzia una netta frattura territoriale. Il Nord guida l’attivazione: Lombardia (142 strutture con almeno un servizio) ed Emilia-Romagna (140) sono in testa, seguite da Lazio (95), Toscana (70) e Veneto (63). Il Sud e alcune autonomie presentano ritardi marcati: Abruzzo, Campania, Basilicata e la Provincia autonoma di Bolzano non registrano CdC con almeno un servizio attivo; Puglia conta una sola struttura, Calabria, Trento e Molise appena due. Anche sul fronte delle CdC pienamente dotate di personale sanitario la geografia resta sbilanciata: Lombardia (12) ed Emilia-Romagna (8) insieme a Toscana (7) e Lazio (5) concentrano la quasi totalità delle 46 strutture pienamente conformi.

 

 

Le ragioni del ritardo sono multifattoriali e parzialmente richiamate dallo stesso monitoraggio: difficoltà di reclutamento del personale, tempistiche amministrative per le formalizzazioni regionali e, in alcuni casi, la temporanea sospensione di servizi dovuta a lavori strutturali finanziati dal Pnrr. Agenas precisa inoltre che nel conteggio sono considerate anche sedi provvisorie, segno che molte attivazioni procedono in forma transitoria mentre si attendono cantieri e stabilizzazioni organizzative.

Non tutto è negativo: le Centrali operative territoriali (Cot) risultano quasi interamente attivate — 638 su 651 programmate — e rappresentano l’unico elemento che, a livello nazionale, supera i target di rilevanza comunitaria indicati dal Ministero. Gli Ospedali di comunità (OdC) invece mostrano un’attivazione contenuta: 153 attivi su 592 previsti, con punte di progresso in Veneto e Lombardia e ritardi in diverse regioni del Centro-Sud.