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Case di comunità, Gimbe: solo nel 10% risultano attivi tutti i servizi

7 Maggio 2025

Continua a procedere a rilento la riforma delle cure primarie disegnata dal Pnrr: solo nel 28% delle Case di comunità pianificate risulta attivo almeno un servizio e in appena il 9,6% sono pienamente operativi tutti i servizi obbligatori. Lo rivela il report realizzato dalla Fondazione Gimbe sulla base dei dati forniti da Agenas. «Il potenziamento dell’assistenza territoriale» ricorda il presidente della Fondazione, Nino Cartabellotta «è la chiave per decongestionare ospedali e pronto soccorso e garantire una reale sanità di prossimità. Tuttavia, i dati ufficiali trasmessi dalle Regioni dimostrano che nonostante i fondi già stanziati, il ritmo resta inaccettabilmente lento».

Al 20 dicembre 2024, in sintesi, su 1.717 Case di comunità previste, il 62,2% è senza servizi attivi (tra quelli previsti dal Dm 77); 485 strutture hanno funzionante almeno un servizio e solo 164 risultano operative con tutti i servizi. Di queste ultime, tuttavia, soltanto 46 dispongono di personale sia medico sia infermieristico. «Tenendo conto» continua Cartabellotta «che tra le Case della comunità senza servizi attivi rientrano anche quelle non ancora realizzate o in fase di riconversione, resta evidente il forte ritardo accumulato sulla tabella di marcia e, soprattutto, la distanza abissale tra le Regioni».

 

 

Solo quattro Regioni superano il 50% delle Case di comunità pianificate con almeno un servizio dichiarato attivo: Emilia-Romagna (70,6%), Lombardia (66,7%), Veneto (62,6%) e Marche (55,2%). Sei Regioni si collocano tra il 25% e il 50%: Molise (38,5%), Liguria (33,3%), Piemonte (29,5%), Umbria (27,3%), Toscana (26,9%), Lazio (26,5%). In altre cinque Regioni la percentuale varia dallo 0,8% della Puglia al 5% della Sardegna, mentre in sei Regioni non risulta attiva alcuna struttura. Considerando solo le Case di comunità con tutti i servizi dichiarati attivi, la media nazionale si attesta al 6,9% per quelle prive di personale medico e infermieristico e al 2,7% per quelle pienamente funzionanti. Le differenze tra Regioni dipendono non solo dal completamento delle strutture, ma soprattutto dalla disponibilità di personale. In tutte le Regioni, fatta eccezione per il Molise, la quota di Case di comunità pienamente operative è sempre inferiore rispetto a quelle che hanno attivato tutti i servizi.