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Da Pfizer 50 mln di dosi in più nel II trimestre. E nel 2021-2023 sarà vaccino Ue

15 Aprile 2021

Per i prossimi due anni l’Europa impernierà gran parte della propria difesa da Sars-CoV2 su un solo vaccino, il Pfizer-BioNTech tipo mrna, per il quale Bruxelles si accinge a negoziare con il produttore un terzo contratto da 1,8 miliardi di dosi. E’ quanto ha annunciato la presidente della Commissione europea, Ursula Von Der Leyen, in una dichiarazione diffusa per fare il punto sulla campagna vaccinale: «Sono lieta di poter dire che alla data di oggi (ieri per chi legge, ndr) sono stati somministrati in tutta l’Ue 100 milioni di vaccini, più di un quarto dei quali sono seconde dosi: dunque abbiamo più di 27 milioni di persone completamente vaccinate».

Anche le consegne, ha continuato Von Der Leyen, sono in progressiva accelerazione: «Gli Stati membri hanno ricevuto ieri (martedì, ndr) oltre 126 milioni di dosi e stiamo facendo tutto ciò che è in nostro potere per sostenere la campagna vaccinale, anche aumentando l’offerta di vaccini nelle prossime settimane e mesi». A tal fine, ha comunicato la presidente della Commissione Ue, «abbiamo raggiunto un accordo con Pfizer-BioNTech perché 50 milioni di dosi aggiuntive di vaccino vengano consegnate agli Stati membri a partire da aprile. Questa fornitura era stata programmata inizialmente per il quarto trimestre 2021, sarà invece disponibile già dal secondo trimestre». Per l’Italia, come ha dichiarato ieri il commissario per l’emergenza covid generale Figliuolo, vuol dire 670mila dosi in più ad aprile, 2 milioni e 150.000 dosi aggiuntive a maggio e oltre 4 milioni di dosi in più a giugno.

La decisione di mettere in pista un terzo contratto con Pfizer per il 2021-2023, invece, discende da un’analisi dello scenario a breve termine: «Stiamo traendo le lezioni dalla prima fase della nostra risposta alla pandemia» dice Von Der Leyen «è chiaro che per sconfiggere definitivamente il virus dovremo essere preparati: potremmo aver bisogno di richiami per rafforzare e prolungare l’immunità, e se si generano nuove varianti di fuga avremo bisogno di sviluppare vaccini adattati, presto e in quantità sufficienti».

Se la scelta è caduta su Pfizer-BioNTech è perché questo la tecnologia a mrna «ha dimostrato il suo valore». Inoltre, il produttore «ha dimostrato di essere un partner affidabile: ha mantenuto i suoi impegni ed è sensibile ai nostri bisogni. Questo va a vantaggio immediato dei cittadini europei». Von Der Leyen non ne fa cenno, ma è facilmente intuibile che i ritardi accumulati da AstraZeneca nelle forniture (aggiunte al velato sospetto che l’azienda anglo-svedese privilegi le consegne al Regno Unito) e le dilazioni già ufficializzate da Johnson&Johnson (a prescindere dal congelamento della prima distribuzione) hanno avuto il loro peso nell’orientare le preferenze di Bruxelles. Anche perché il prossimo contratto con Pfizer-BioNTech «comporterà che la produzione non solo dei vaccini ma anche di tutti i componenti essenziali avrà sede nell’Ue».