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Desertificazione, l’allarme Gimbe: mancano tremila mmg

8 Marzo 2024

La carenza di medici di famiglia riguarda ormai tutte le regioni e discende da un’inadeguata programmazione che non ha garantito il ricambio generazionale. «Così oggi diventa spesso un’impresa trovare un mmg vicino a casa, con disagi e rischi soprattutto per anziani e fragili». L’allarme arriva dalla Fondazione Gimbe, che partendo dai dati del ministero della Salute ha condotto un’analisi che stima carenze attuali e future della medicina generale.

Secondo quanto prevede il Contratto nazionale di categoria, è l’osservazione di partenza, il numero massimo di assistiti di cui un mmg può farsi carico è 1.500, incrementabile in casi particolari fino a 1.800 e ulteriormente valicabile attraverso deroghe locali (fino a 2.000 nella Provincia autonoma di Bolzano). I dati del Ministero, riferiti al 2022, dicono che su 39.366 medici di mg il 47,7% ha più di 1.500 assistiti, il 33% fino a 1.500 assistiti, il 12,1% non più di mille, il 5,7% fino a 500. In particolare, il massimale viene superato da più di un mmg su due in Emilia-Romagna (51,5%), Campania (58,4%), Provincia autonoma di Trento (59,1%), Valle D’Aosta (59,2%) e Veneto (64,7%). Addirittura, lo superano due mmg su tre nella Provincia autonoma di Bolzano (66,3%) e in Lombardia (71%). «Questo sovraccarico» commenta il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta «determina inevitabilmente una riduzione della disponibilità oraria e, soprattutto, della qualità dell’assistenza».

Poi c’è l’anzianità di laurea. «Desta non poche preoccupazioni» continua Cartabellotta «la distribuzione anagrafica dei mmg: nel 2022 il 72,5% dei generalisti in attività aveva oltre 27 anni di anzianità, con quasi tutte le Regioni del Centro-Sud sopra la media nazionale, anche in conseguenza di politiche sindacali che spesso non hanno favorito il ricambio generazionale». In particolare, nella maggior parte delle Regioni meridionali i mmg con oltre 27 anni di laurea sono più di 3 su 4: Calabria (89,4%), Sicilia (81,7%), Campania (80,7%), Sardegna (79,7%), Molise (78,4%), Basilicata (78,3%), Puglia (78%). Secondo i dati della Fimmg, tra il 2023 e il 2026 sono 11.439 i medici di mg che hanno compiuto o compiranno 70 anni, raggiungendo così l’età massima per la pensione, deroghe a parte.

La stima delle carenze attuali e future è stata condotta utilizzando le rilevazioni della Sisac, che documentano una progressiva diminuzione dei mmg in attività: nel 2022 erano 37.860, ovvero 4.149 in meno rispetto al 2019 (-11%) con notevoli variabilità regionali: dal -34,2% della Sardegna al -4,7% del Molise. Al 1° gennaio 2023, in particolare, risultavano in attività 37.860 medici, con un carico complessivo di oltre 51,2 milioni di assistiti. In termini assoluti, la media nazionale è di 1.353 assistiti per mmg, dai 1.090 della Basilicata ai 1.646 della Provincia autonoma di Bolzano. «Lo scenario reale» precisa Cartabellotta «è molto più critico di quanto lascino trasparire i numeri: infatti, con questo livello di saturazione si compromette il principio della libera scelta. Di conseguenza, è spesso impossibile trovare la disponibilità di un mmg vicino a casa, non solo nelle cosiddette aree desertificate (zone a bassa densità abitativa, condizioni geografiche disagiate, rurali e periferiche) dove i bandi per gli ambiti territoriali carenti vanno spesso deserti, ma anche nelle grandi città metropolitane».

La Fondazione Gimbe ha così stimato il fabbisogno medio regionale di mmg in relazione al numero di assistiti ipotizzando un rapporto ideale di un medico di famiglia ogni 1.250 assistiti: al 1° gennaio 2023 si ricava così una carenza di 3.114 mmg, con situazioni più critiche nelle grandi Regioni del Nord: Lombardia (-1.237), Veneto (-609), Emilia Romagna (-418), Piemonte (-296), oltre che in Campania (-381).

Il passo successivo è stato quello di valutare la carenza di mmg nel 2026, anno in cui dovrebbe “decollare” la riforma dell’assistenza territoriale prevista dal Pnrr. Considerata l’età di pensionamento (70 anni) e il numero borse di studio messe a bando per gli anni 2020-2023, la Fondazione stima che tra due anni ci saranno 135 medici di famiglia in meno rispetto al 2022, ma con nette differenze regionali. In particolare, tutte le Regioni del Sud (tranne il Molise) mostreranno numeri in calo: Campania (-384), Puglia (-175), Sicilia (-155), Calabria (-135), Abruzzo (-47), Basilicata (-35), Sardegna (-9,) oltre a Lazio (-231), Liguria (-36) e Friuli Venezia Giulia (-22). «La progressiva carenza di mmg» conclude Cartabellotta «discende sia da errori nella pianificazione del ricambio generazionale, in particolare la mancata sincronia per bilanciare pensionamenti attesi e finanziamento delle borse di studio, sia da politiche sindacali non sempre lineari. E le soluzioni attuate, quali l’innalzamento dell’età pensionabile a 72 anni, la possibilità per gli iscritti al Corso di Formazione in Medicina Generale di acquisire sino a 1.000 assistiti e le deroghe regionali all’aumento del massimale, servono solo a “tamponare” le criticità, senza risolvere il problema alla radice».