Secondo un’indagine condotta da Human Highway per Assosalute (Associazione nazionale farmaci di automedicazione, parte di Federchimica), il 75% degli italiani ha sperimentato nell’ultimo anno almeno un piccolo disturbo agli occhi. Un dato che riflette l’effetto delle cosiddette “maratone visive” cui tutti siamo ormai sottoposti, tra lavoro al computer, studio, messaggistica e intrattenimento digitale. Quasi un italiano su due dichiara di trascorrere più di quattro ore al giorno davanti a uno schermo, con una netta prevalenza dei giovani: il 58% degli under 35 supera tale soglia, contro il 31% degli over 55. Tra i 25 e i 44 anni, un quarto degli intervistati afferma di restare davanti a monitor e display per oltre otto ore quotidiane, una quota che crolla al 4% tra gli ultrasessantacinquenni.
L’esposizione prolungata agli schermi è chiaramente associata a un maggior rischio di disturbi visivi. Tra chi resta davanti a dispositivi digitali meno di due ore al giorno, il 69% riferisce almeno un fastidio come affaticamento, tensione oculare, secchezza, visione meno nitida o fastidio alla luce. La percentuale sale progressivamente fino all’88% tra coloro che trascorrono oltre otto ore quotidiane con occhi puntati su schermi luminosi.
I disturbi più frequenti sono l’affaticamento oculare (quasi il 40% della popolazione, con un’incidenza più alta tra le donne, 43%, rispetto al 35% degli uomini), il mal di testa o la tensione agli occhi dopo lunghe ore di lavoro al computer, che interessano un italiano su quattro ma arrivano al 42% tra i giovani, e la secchezza oculare, lamentata dal 23% degli intervistati e più comune tra gli over 65 (27,6%).
Otto italiani su dieci dichiarano di adottare piccoli accorgimenti per prevenire o alleviare questi disturbi. Le strategie cambiano in base all’età: i più giovani tendono a regolare la luminosità degli schermi (il 45,8% sotto i 24 anni) e a fare pause regolari, mentre gli over 55 si proteggono soprattutto con occhiali da sole (40,6%). Le lacrime artificiali rappresentano una delle soluzioni più utilizzate: le usa il 18% degli italiani, con una netta prevalenza femminile (23,7% contro il 12,9% degli uomini) e una maggiore frequenza tra gli anziani.
Quando i disturbi diventano persistenti, quasi la metà degli italiani si rivolge all’oculista, percentuale che cresce con l’età (dal 35% tra i più giovani al 58% tra gli over 55). I ragazzi e i giovani adulti preferiscono consultare l’ottico (23,3%), mentre circa un cittadino su dieci chiede consiglio al farmacista. È un dato significativo perché conferma come la farmacia resti un punto di riferimento accessibile e immediato per i disturbi minori dell’occhio, sia per un primo consiglio sia per orientarsi tra i farmaci da banco disponibili.
Assosalute ricorda che i farmaci di automedicazione, riconoscibili dal bollino rosso che sorride sulla confezione, possono offrire un aiuto concreto nei casi di bruciore, secchezza, gonfiore o arrossamento oculare, purché usati con attenzione e responsabilità. Accanto alle lacrime artificiali, possono essere impiegati preparati ad uso locale a base di sostanze antinfiammatorie o antisettiche, in base alle necessità e sempre dopo aver chiesto consiglio al farmacista o al medico.
La prevenzione, sottolinea ancora Assosalute, passa attraverso semplici abitudini quotidiane: fare pause regolari, regolare la luminosità dei dispositivi, mantenere una corretta idratazione oculare e non trascurare i sintomi quando persistono. Un invito che trova nella farmacia un canale privilegiato per la promozione di comportamenti consapevoli e per l’educazione alla salute visiva, in un contesto in cui l’uso intensivo degli schermi digitali è ormai una costante della vita di tutti i giorni.