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E-commerce sop-otc, Altroconsumo rivela aree grigie e inosservanze

25 Ottobre 2022

La pandemia ha impresso una grande spinta al mercato online di farmaci ed extrafarmaci – che in tre anni ha raddoppiato le vendite – e ha invogliato un numero crescente di farmacie e parafarmacie ad aprire una vetrina sul web per intercettare i nuovi consumi. Ma sul comparto pesano ancora alcune ombre che impongono ai consumatori cautela e attenzione quando comprano via web. È l’avvertimento proveniente dall’assoiciazione Altroconsumo, che dopo la ricerca del 2019 ha ripuntato la lente sull’e-commerce farmaceutico con una indagine su 27 siti regolarmente autorizzati, cioè forniti del bollino grigio-verde rilasciato dal ministero della Salute.

I portali, spiega Altroconsumo, sono stati selezionati in base a tre criteri, ossia ricchezza dell’assortimento, ricorrenza nei risultati dei principali motori di ricerca e infine convenienza dei prezzi (come emerso dalla ricerca del 2019). Quindi, l’associazione li ha messi alla prova con una serie di verifiche. Per cominciare, su tutti i siti è stato effettuato un ordine per 10 confezioni di un noto antinfiammatorio a base di ketoprofene, allo scopo di verificare la presenza di avvisi automatici o blocchi di sicurezza: in tutti i casi è stato possibile arrivare senza difficoltà sino alla fase del pagamento, tranne il caso in cui il quantitativo richiesto non risultasse disponibile in magazzino.

Non sempre ligio alle regole anche l’uso del bollino di certificazione: dovrebbe essere presente soltanto sulle pagine che commercializzano farmaci sop e otc, invece 16 siti su 27 lo mettono ovunque, anche nelle sezioni dedicate alla vendita di cosmetici o integratori.

Ma il punto più controverso riguarda i prezzi al pubblico: le regole dettate dal Ministero vorrebbero che i farmaci senza ricetta fossero venduti online allo tesso prezzo praticato offline dalla farmacia o parafarmacia che gestisce il sito, ma Altroconsumo ha scoperto che solo sette farmacie su dodici rispettavano l’indicazione. Per le restanti quindici (sui 27 siti selezionati dall’associazione) è stato impossibile verificare, perché «il numero di telefono indicato (online, ndr) quasi sempre non è quello della farmacia fisica: abbiamo dovuto cercare su internet e non sempre abbiamo trovato i riferimenti».

In particolare, scrive Altroconsumo, «per efarma.it, topfarmacia.it e slowfarm.com l’indirizzo riportato è quello del magazzino e non è stato possibile trovare il punto vendita; in altre 5 farmacie il telefono suonava a vuoto».

Riassumendo, dall’indagine emerge che «l’esercizio fisico che deve essere collegato al sito è introvabile, è difficile poter contattare un farmacista in caso di necessità e si possono acquistare farmaci in quantità incontrollate». Occorrono dunque «direttive più chiare e maggiori controlli, per non rendere vana la normativa».