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Farmaci illegali su internet, AI usata anche per contraffare il logo dell’Aifa

28 Novembre 2025

Le organizzazioni criminali che alimentano il traffico di farmaci illegali sfruttano sempre più spesso l’AI generativa per costruire «interi ecosistemi contraffatti»: medici e farmacisti fittizi, referti, confezioni, immagini “prima-e-dopo”, recensioni, approvazioni normative fasulle. È l’allarme che arriva da un’indagine pubblicata nei giorni scorsi dai ricercatori di Check Point Software Technologies: a fronte di una crescente domanda – in Europa e in Italia – di farmaci e preparati per la perdita di peso basati sugli agonisti del recettore GLP-1 (come semaglutide, tirzepatide…) e su altri prodotti “dimagranti”, crescono truffe e raggiri che fanno leva sulla vulnerabilità dei pazienti.

In questo scenario, i truffatori — secondo Check Point — non si limitano a offrire un prodotto falso, ma creano l’intera scenografia dell’affidabilità: siti web che simulano cliniche, loghi di enti regolatori nazionali ed europei, documenti e certificazioni inventate, immagini retoriche di “successo”, video e testimonianze manipolate. Il fine non è solo vendere un farmaco fasullo, ma convincere che dietro quel farmaco ci sia l’approvazione di un’autorità sanitaria credibile.

La gravità dell’allerta non deriva solo dal fatto che si tratti di merci false, ma dal fatto che – come evidenziano anche le istituzioni regolatorie – si tratta di medicinali presentati come autentici, con tutte le garanzie di sicurezza e supervisione medica, ma in realtà completamente fuori da qualunque controllo.

In questo quadro assume particolare rilievo il richiamo pubblicato da Ema (e dalle autorità regolatorie europee) il 3 settembre scorso, che segnala un “forte aumento” di medicinali illeciti commercializzati come agonisti del GLP-1 attraverso siti e annunci fraudolenti, spesso veicolati via social media. Tali prodotti non sono autorizzati, non rispettano gli standard di qualità, sicurezza ed efficacia, e espongono chi li assume a rischi seri — dal fallimento terapeutico ad effetti collaterali potenzialmente gravi.

Il mix tra la sofisticazione tecnologica dell’AI e la vulnerabilità del contesto — domanda elevata, scarsa disponibilità, desiderio di soluzioni rapide — rende queste truffe particolarmente insidiose. Ciò che un tempo era una pillola taroccata o un’iniezione sospetta, oggi può presentarsi come un trattamento “autenticato”: con logo istituzionale, consulenza online, packaging clinico, aspetti grafici e linguistici curati. Ma la realtà dietro quell’apparenza può nascondere sostanze pericolose, dosaggi errati, principi attivi non dichiarati o addirittura assenti.

Tra le “vittime” di queste truffe anche l’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco: in alcune campagne online, infatti, i truffatori hanno riprodotto un finto sigillo di qualità che cita espressamente l’Aifa, anche se dal punto di vista grafico non ha niente a che fare con l’Agenzia. In alcuni casi il falso bollino rimanda persino a pagine web clone che imitano il linguaggio dell’Aifa, complete di numeri di “registrazione” e link fasulli a presunti provvedimenti ufficiali. Un artificio che sfrutta la fiducia radicata dei cittadini verso l’autorità regolatoria e che rende il raggiro ancora più difficile da smascherare per l’utente medio. Da qui l’importanza, ribadita dagli esperti di sicurezza e dalle stesse autorità sanitarie, di verificare sempre le fonti e ricordare che nessun farmaco soggetto a prescrizione può essere venduto legalmente online al di fuori dei canali autorizzati.