Alla presenza del sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, Fofi e Fnob hanno sottoscritto ieri un protocollo d’intesa che disciplina l’uso dei Poct (Point-of-Care Testing) in farmacia e definisce forme di collaborazione tra farmacisti, biologi e laboratori. L’accordo, firmato dai presidenti Andrea Mandelli (Fofi) e Vincenzo D’Anna (Fnob), si propone di garantire qualità e sicurezza nelle prestazioni analitiche, ribadendo la complementarità tra il ruolo delle farmacie e quello dei laboratori clinici.
Uno dei punti cardine dell’intesa è la classificazione degli esami eseguibili in farmacia con strumentazione Poct. Le due federazioni concordano sull’esclusione dei test “a più alta complessità”, come quelli ormonali, genetici, tumorali, di biologia molecolare, microbiologia, immunologia e coagulazione. «Le attività di screening e monitoraggio svolte dalle farmacie italiane» si legge nel protocollo «sono complementari e non sostitutive delle prestazioni dei laboratori di patologia clinica».
Quanto ai test ammessi, l’accordo distingue tre modalità operative:
– in laboratorio clinico, con referto clinico firmato da un professionista abilitato;
– in farmacia, che rilascia all’assistito un attestato di esito scritto ma non un referto, senza valore medico-legale;
– in farmacia in collegamento con un laboratorio, dove i dati raccolti sono trasmessi per via informatica e validati da un professionista del laboratorio per il rilascio del referto clinico.
Nel secondo caso, il farmacista dovrà sottoscrivere l’attestato, assumendosi la responsabilità della prestazione e del rispetto delle procedure: dalla scelta del test alla manutenzione degli strumenti. L’attestato dovrà contenere dati identificativi del paziente, dispositivo usato, data, ora, esito e generalità del somministratore.
Per questa tipologia di test, si conferma l’obbligo di effettuazione in spazi autorizzati dal punto di vista sanitario e con apparecchiature correttamente manutenute e calibrate. Si apre inoltre alla possibilità di rapporti strutturati tra farmacia e laboratorio accreditato, basati su criteri di prossimità territoriale: sarà possibile che il direttore tecnico del laboratorio si occupi direttamente della manutenzione delle apparecchiature in farmacia e della gestione del personale addetto ai Poct.
Non meno rilevante la previsione di costituire un Tavolo tecnico ministeriale, con la partecipazione dei firmatari e di Fismelab, per definire linee guida e standard operativi, che troveranno poi formalizzazione in un decreto del ministero della Salute. L’obiettivo è arrivare a «requisiti, criteri e procedure condivise» per i test in farmacia.
Il protocollo si chiude con due ulteriori proposte avanzate dalla Fnob, che il Ministero valuterà: consentire ai biologi di effettuare vaccinazioni antinfluenzali nelle farmacie, oltre che consulenze di tipo cosmetologico. Richieste che, scrive la Fnob nel comunicato, «si inseriscono in una dinamica già in atto, dal momento che le attività analitiche in farmacia sono in essere dal 2009 senza alcun limite o regola definita, e non possono quindi essere considerate una novità».
Infine, l’accordo impegna le parti a sollecitare norme antitrust per prevenire fenomeni di accaparramento e a vigilare su standard qualitativi e operativi. «Il presente protocollo – precisa l’intesa – non comporta oneri finanziari per le parti».