«La sperimentazione della farmacia dei servizi, finanziata con risorse aggiuntive dal Ministero della Salute, è in fase di valutazione per potersi inserire stabilmente come servizio». È il messaggio che il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, ha voluto lanciare durante l’audizione davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti economici e sociali della transizione demografica. Il contesto, ha spiegato, è quello di un cambiamento strutturale nel modello di assistenza, che mette al centro la prossimità e valorizza la capillarità delle farmacie come presidio territoriale.
«La farmacia» ha detto «diventa un nodo di prossimità all’interno di una rete che comprende case della comunità, ospedali di comunità, assistenza primaria, il tutto integrato dalla regia delle Centrali Operative Territoriali». Un ruolo che le farmacie possono ricoprire grazie alla loro diffusione capillare – una ogni tremila assistiti – e alla possibilità di offrire servizi che vanno dalla presa in carico alla valutazione della cronicità, fino al monitoraggio dell’aderenza terapeutica. L’obiettivo, ha aggiunto, è duplice: migliorare la qualità della vita della popolazione anziana e ridurre il ricorso a ospedalizzazioni e accessi inappropriati al pronto soccorso.
Ma perché la farmacia dei servizi si inserisca stabilmente nel Servizio sanitario nazionale, ha avvertito Gemmato, occorre un cambio di paradigma. «La sanità di prossimità non è solo una questione logistica o tecnologica» ha spiegato «è un modello che pone la persona al centro e valorizza la relazione, l’ascolto e il coinvolgimento del tessuto sociale». In questo nuovo assetto, la sanità digitale diventa un «alleato indispensabile» per rafforzare l’efficienza e l’efficacia della presa in carico territoriale.
In riferimento all’invecchiamento della popolazione, Gemmato ha ribadito l’importanza di un modello di assistenza domiciliare e territoriale, fondato sull’integrazione tra sociale e sanitario. «Serve un intervento multiforme, basato sul lavoro d’équipe e sulla valutazione congiunta dei bisogni complessi. L’obiettivo è quello di garantire cure multidimensionali, continuative e integrate, mantenendo quanto più possibile le persone anziane nel loro domicilio». In questa direzione, ha ricordato, si muovono anche le risorse stanziate dal PNRR, che mirano a garantire interventi domiciliari per almeno il 10% degli over 75, rafforzando la sinergia tra Comuni e Asl.
«Il Servizio sanitario» ha concluso «è chiamato a uno sforzo ulteriore per assicurare a queste fasce della popolazione un’assistenza più vicina, accessibile e centrata sui bisogni reali. In questo processo, le farmacie dei servizi rappresentano uno degli snodi fondamentali».