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Il Sole 24 Ore: nel 2025 export Italia positivo solo grazie alla farmaceutica

3 Settembre 2025

Senza il traino della farmaceutica, l’export italiano registrerebbe quest’anno un saldo negativo. Lo scrive Il Sole 24 Ore, sottolineando come il settore del farmaco sia stato determinante per mantenere in territorio positivo le vendite oltreconfine del made in Italy. Nei primi sei mesi dell’anno, infatti, l’export complessivo cresce del 2,1%, un risultato modesto ma rilevante se confrontato con il calo tedesco e francese o con la stagnazione spagnola. Eppure, senza il contributo del comparto farmaceutico, il bilancio sarebbe stato in rosso.

La crescita dell’industria del farmaco è stata dirompente: quasi il 40% in più rispetto allo stesso periodo del 2024, con un valore che sfiora i 36 miliardi di euro tra gennaio e giugno. Per intendersi, i 6,6 miliardi aggiuntivi che il made in Italy ha guadagnato nel semestre diventerebbero un passivo se non ci fossero i quasi dieci miliardi in più generati da articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici. Il dato, da solo, testimonia il peso crescente del settore, che negli ultimi dieci anni ha quasi triplicato i valori di export, passando dai 19,9 miliardi del 2015 ai 54 miliardi del 2024.

A trainare il risultato sono soprattutto gli Stati Uniti. Nei primi sei mesi del 2025 i farmaci italiani esportati oltreoceano hanno raggiunto quota 8,5 miliardi, quasi il doppio rispetto ai 4,78 miliardi del 2024. Una crescita legata in parte all’intento dei produttori americani di fare scorte in vista di possibili dazi: una strategia di stoccaggio che ha favorito le vendite italiane. L’accelerazione è evidente nei dati trimestrali: dai 2,1 miliardi esportati all’inizio del 2024 si è passati ai 4,1 miliardi del primo trimestre 2025, valore poi confermato nei tre mesi successivi.

Il primato va soprattutto al distretto di Firenze, che nel solo primo trimestre di quest’anno ha esportato verso Washington quasi due miliardi di euro di prodotti farmaceutici, confermandosi al vertice tra le province italiane davanti a Milano. Un risultato che evidenzia il ruolo dei poli produttivi locali ma anche il consolidarsi dell’Italia come hub globale del farmaco, grazie a una combinazione di capacità industriale nazionale e investimenti continui delle multinazionali.

In termini di peso sull’export manifatturiero, il farmaco ha raggiunto oggi il 12%, quando dieci anni fa era fermo al 5%. Nessun altro comparto ha mostrato la stessa vivacità: nel primo semestre del 2025 soltanto l’alimentare cresce in maniera significativa, con un +5% pari a un miliardo e mezzo in più. La gran parte dei settori segna invece flessioni, più contenute rispetto all’automotive che registra un crollo a doppia cifra e 1,4 miliardi di vendite in meno.

I dati paese confermano il quadro. Oltre agli Stati Uniti, la Spagna si distingue per un incremento di quasi 12 punti percentuali, spinto anch’esso dal boom farmaceutico, mentre la Germania interrompe dopo due anni la fase di contrazione. Anche il Medio Oriente si conferma un mercato strategico, con Emirati, Kuwait e Arabia Saudita che insieme aggiungono oltre un miliardo di esportazioni rispetto al 2024.

Resta l’incognita dei dazi americani, che dal secondo semestre potrebbero frenare la corsa. Il saldo attivo verso Washington, record di sempre con oltre 20 miliardi di euro, rischia infatti di ridimensionarsi. Ma intanto, grazie al farmaco, il made in Italy si conferma più resiliente dei concorrenti europei: un se