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Agenas: infermieri sotto la media Ue, anche i mmg insufficienti

15 Ottobre 2022

Infermieri in numero insufficiente (6,2 ogni mille abitanti, a fronte di una media europea di 8,8) e medici in linea con gli standard (4 ogni mille abitanti contro i 3,8 dell’Europa) ma con carenze in alcune specialità, a partire dalla medicina di famiglia. È quanto rivela l’analisi sul personale del Ssn condotta da Agenas, l’Agenzia nazionale per il servizi sanitari regionali, su dati provenienti da Mef, ministero della Salute, Istat, Eurostat e Ocse. L’indagine, in particolare, si sofferma sugli organici di mmg e personale infermieristico, le due categorie «più a rischio» in termini di disponibilità. Il protratto blocco delle assunzioni nel Ssn, infatti, «ha interrotto la regolare alimentazione dei ruoli, con l’effetto di innalzare l’età media del personale». Di qui il fenomeno della “gobba pensionistica”, che riguarda tutto il personale sanitario ma appare più minaccioso per i profili professionali già carenti.

 

 

I medici di mg, in particolare, non sono omogeneamente distribuiti sul territorio e scarseggiano nelle aree a bassa densità abitativa o caratterizzate da condizioni orografiche o geografiche disagiate: la media nazionale è di 1.224 per mmg, con il valore è più alto al Nord (1.326), rispetto a Centro (1.159) e Sud (1.102). In dettaglio, le regioni con il maggior numero di assistiti per medico di medicina generale sono Trentino-Alto Adige (1.454), Lombardia (1.408) e Veneto (1.365), mentre in coda figurano Calabria (1.055), Basilicata (1.052) e Umbria (1.049).

Considerato che i mmg, con gli infermieri, sono gli assi portanti di qualsiasi operazione di potenziamento delle attività sanitarie di prossimità, osserva Agenas, «si ritiene necessario abbinare all’incremento dell’offerta formativa un sistema di incentivi in grado di rendere attrattive tali figure professionali in termini di riconoscimento sociale oltre che economico».

In particolare, l’offerta formativa delle diverse scuole di specializzazione in mg è stata sensibilmente incrementata a partire dal 2018. Gli effetti di tali ampliamenti saranno apprezzabili tra cinque a sei anni, quindi a partire dal 2023. Per il quinquennio 2022-2027 l’offerta formativa delle varie scuole sarà in grado di assicurare, a legislazione costante, il numero di pensionamenti prevedibile per lo stesso periodo.

Per il profilo professionale “infermieri”, nel quinquennio 2022-2027 l’offerta formativa attuale sarà in grado di assicurare una disponibilità di personale sufficiente a compensare quello di prevedibile pensionamento nello stesso periodo più quello di prevedibile nuova assunzione, in relazione all’esigenza di potenziamento dell’assistenza territoriale.

Il finanziamento del personale minimo previsto nel dm 77/2022, invece, risulta assicurato dall’articolo 1 comma 4 e 5 del decreto legge 34/2020, convertito con modificazioni nella legge 77/2020, , e dall’articolo 1 comma 274 della Legge 234/ 2021.