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Cittadinanzattiva, farmaci: indisponibilità e prezzi i problemi più sentiti

10 Maggio 2022

Sono l’indisponibilità dei farmaci e il loro costo, tra ticket e compartecipazioni sull’equivalente, i problemi citati più spesso nelle segnalazioni ricevute in un anno da Cittadinanzattiva. È quanto riferisce il Rapporto 2022 sul federalismo in sanità, presentato la settimana scorsa dall’associazione dei consumatori. Come nelle edizioni precedenti, il fulcro del Rapporto è costituito da un’analisi delle 13.748 segnalazioni (denunce, lamentele, richieste di aiuto) giunte nel corso del 2021 al servizio Pit Salute di Cittadinanzattiva e alle 330 sezioni territoriali del Tribunale per i diritti del malato. Ne emerge una fotografia delle inadeguatezze e impreparazioni che, secondo gli assistiti, ancora gravano sulla sanità e sulla sua capacità di amministrare e fornire risposte in termini di servizi e assistenza.

In questo contesto, è senz’altro incoraggiante che le segnalazioni dei cittadini per problemi nell’accesso al farmaco o alle cure farmacologiche siano nettamente contenute: soltanto l’1,1% del totale, ossia 151 in un anno intero. Di queste, dice ancora il Rapporto, poco più del 35% hanno riguardato l’indisponibilità di un farmaco nelle farmacie del territorio, nelle Asl o nelle farmacie ospedaliere (la metà dei casi si riferisce a queste ultime).

Per indisponibilità, specifica Cittadinanzattiva, si intende «l’assenza del medicinale nel punto di erogazione oppure l’irreperibilità momentanea a causa di ritardi nella consegna del prodotto» e le cause possono dipendere da «fattori di produzione da parte delle aziende farmaceutiche, oppure da problemi regolatori, o anche da ragioni legate al parallel trade; e ancora, da fattori di ordine burocratico, amministrativo e organizzativo che a vari livelli possono ostacolare, anche temporaneamente, l’accesso alle terapie».

Negli anni, osserva il Rapporto, il problema si è ripresentato con intensità differenti: nel 2019-2020 le indisponibilità erano citate in oltre il 50% delle segnalazioni ricevute da Cittadinanzattiva in tema di farmaci, nel 2017 e 2018 l’incidenza è rimasta sotto il 29%.

Il secondo problema citato più spesso nelle segnalazioni degli assistiti (21,4%) riguarda il costo dei farmaci: a far sentire il peso dei prezzi è soprattutto l’etico non rimborsato, ma tra i motivi di lamentela c’è anche la compartecipazione che scatta quando il paziente deve coprire la differenza tra prezzo dell’equivalente e quota di rimborso.

Al riguardo, il Rapporto ricorda che nel 2020 gli italiani hanno pagato in ticket vari 1,5 milioni di euro, il 75% dei quali relativi alla compartecipazione sull’off patent. «In pratica» scrive Cittadinanzattiva «ogni assistito ha speso in media 18,06 euro per ogni equivalente con quota di compartecipazione. Al Sud però tale valore sale a 23 euro, al Nord cala a 14». Probabilmente, continua il Rapporto «molti ancora non sanno che originator ed equivalenti hanno la stessa efficacia, qualità e sicurezza», ma pesa anche un’informazione ai cittadini ancora insufficiente.

Fa riflettere anche la stabilità negli anni delle segnalazioni relative al prezzo dei farmaci rispetto al totale: nel 2019-2020 erano il 18,8%, nel 2018 il 22,9%, nl 2017 il 20,4%. Le oscillazioni, in sostanza, rimangono confinate in un arco di tre punti percentuali, a scendere o a salire.

«I farmacisti rivestono un ruolo fondamentale nella costruzione di un Servizio sanitario più equo e più vicino al cittadino» ha commentato il presidente della Fofi, Andrea Mandelli, intervenendo al webinar con cui è stata presentata la ricerca «e contribuiscono a dare una risposta alle principali criticità e disuguaglianze emerse durante la pandemia». Il contrasto alla povertà sanitaria, l’accessibilità ai farmaci e la riduzione delle liste d’attesa, ha continuato Mandelli «sono questioni sanitarie di grande rilevanza che vedono i farmacisti in prima linea con la loro attività quotidiana al servizio dei cittadini».