Dovrebbero sparire già nelle prossime settimane le ultime vestigia ancora intatte della legislazione d’emergenza messa in piedi durante la pandemia. Aveva espresso il proprio impegno la neopremier Giorgia Meloni nell’intervento alla Camera per la fiducia al suo governo, lo ha confermato ieri il neoministro della Salute, Orazio Schillaci, intervenuto alla cerimonia di apertura dell’anno accademico all’università Tor Vergata.
Il 31 ottobre, per esempio, scade l’ordinanza sull’obbligo delle mascherine nelle strutture sanitarie (Residenze per anziani comprese) e l’orientamento sarebbe quello di non rinnovarla. «Ci stiamo lavorando, nel rispetto dei pazienti» ha detto il ministro Schillaci, che ha confermato l’orientamento del governo per «un ritorno a una maggiore liberalizzazione».
Intanto il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha fatto sapere che nel decreto Aiuti, all’esame delle commissioni, dovrebbe trovare posto all’ultimo minuto un emendamento che congela le sanzioni agli over 50 non vaccinati. «Oggi l’infezione da virus Sars-CoV-2 è completamente diversa da quella che c’era una volta» ha ricordato ancora Schillaci.
Il clima è cambiato e quelli che non condividevano il sistema di regole disceso dall’emergenza alzano la voce. Come l’Ordine degli infermieri di Firenze-Pistoia, che ieri in una lettera al Governo e alla Fnopi ha chiesto che sia rivalutato «l’obbligo vaccinale per il personale sanitario, in una condizione post-pandemica nella quale l’obiettivo perseguito è il controllo efficace dell’endemia». Ma va anche ripensato, continua l’associazione professionale «il sistema di controllo dell’obbligo vaccinale, esonerando l’Ordine da tale compito e riportando la relativa gestione ai dipartimenti di Prevenzione come previsto nell’impianto normativo iniziale o attribuendola ad altro soggetto. L’iter, infatti, ha creato e crea all’Ordine una serie di criticità, a partire dal notevole impegno del personale amministrativo».
