attualita

Ricciardi (Osservasalute): antiscientifico dare la sanità alle Regioni

25 Giugno 2020

Quest’autunno, per la prima volta, saranno obbligati a vaccinarsi contro l’influenza tutti gli under 65. Ma nella popolazione continua a persistere una diffusa resistenza e la metà circa degli italiani dice che non si vaccinerà. Occorre quindi l’impegno di tutti per promuovere la profilassi antinfluenzale e convincere gli anziani a proteggersi. Lo ha detto ieri Walter Ricciardi, direttore dell’Osservatorio sulla salute nelle Regioni italiane e docente dell’Università Cattolica di Roma, nella conferenza stampa organizzata per presentare l’ultima edizione del rapporto Osservasalute. «I cittadini» ha spiegato «non si rendono conto delle differenze di trattamento esistenti nel Paese, lo capiscono solo quando si ammalano. Ci sono Regioni che non riescono ad assistere i loro pazienti oncologici. Altre, al Sud, che non riescono a raggiungere i tassi previsti di screening per la prevenzione del cancro alla mammella o alla cervice uterina. Non si può lasciare la prevenzione interamente in mano alle Regioni».

L’appello di Ricciardi a spingere sulla prossima campagna antinfluenzale, diventa così una requisitoria contro il federalismo sanitario. «La sanità non può essere lasciata completamente all’ente locale» ha detto «perché oggi richiede un approccio globale che può essere assicurato soltanto dalle istituzioni nazionali e internazionali». Dunque, «è antiscientifico e illogico» che a governare l’assistenza sanitaria siano le Regioni: «Con questo messaggio che locale è bello e nazionale è brutto, l’Italia si condanna all’eterogeneità eterna. Spero che il messaggio arrivi forte e chiaro e si trovino proposte alternative».

Al riguardo, covid dovrebbe aver già dato ampi elementi di riflessione. «Sulla diagnostica» ha ricordato Ricciardi «non c’è una Regione che abbia strategie di test uguale a un’altra, si sono tutte mosse in ordine sparso». Anche sul tracciamento regna la babele: «Ci sono Regioni che lo stanno facendo, andando a chiedere ai positivi con quali persone sono stati in contatto per poterle rintracciare, e altre che non lo fanno. Perché non hanno le risorse per tracciare».