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Ricette e piani terapeutici: i medici chiedono dematerializzazioni

10 Marzo 2020

Urge completare la dematerializzazione della ricetta Ssn con l’abrogazione definitiva del promemoria cartaceo, in modo da evitare inutili passaggi dal medico di famiglia e soste in sala d’attesa. È quanto chiede Angelo Testa (foto), presidente nazionale dello Snami – la seconda sigla sindacale dei mmg per rappresentatività – in una lettera inviata a Governo, Regioni e Aifa. Già oggi, ricorda Testa, la ricetta rossa è identificata da un Nre che, dopo essere stato associato al codice fiscale dell’assistito, viene inviato al Sac o al Sar (Sistema di accoglienza centrale o regionale). Testa non ne fa menzione ma è quanto già accade da una settimana in Lombardia: grazie a un accordo tra Regione, Federfarma e Fimmg, i pazienti possono farsi inviare dal medico curante il Nre della loro ricetta e recarsi direttamente in farmacia con la propria tessera sanitaria, per farsi stampare la ricetta e ritirare i farmaci prescritti.

Le richieste dello Snami però vanno anche più in là: innanzitutto il sindacato propone di aprire «un percorso più snello per la spedizione delle ricette rosse che ancora devono viaggiare su carta, come nel caso della prescrizione di ossigeno, farmaci stupefacenti, sostanze psicotrope, eparine eccetera». Poi, sempre per diradare uscite e spostamenti, c’è anche la richiesta di autorizzare i medici di famiglia a rinnovare alla scadenza i Piani terapeutici Aifa già in essere, «per tutte le prescrizioni farmaceutiche che tale procedura richiedono».

Si muove nella stessa direzione anche la richiesta inviata ieri a Nicola Magrini, direttore generale dell’Aifa, e a Roberto Speranza, ministro della Salute, da Amd (Associazione medici diabetologi), Sid (Società italiana di diabetologia) e Sie (Società italiana di endocrinologia): nella lettera le tre società scientifiche chiedono che venga prorogata la validità dei Piani terapeutici per i farmaci destinati alla terapia del diabete «fino al superamento dell’attuale situazione di emergenza». Le sale di attesa dei servizi di Diabetologia, spiegano le tre sigle, «sono abitualmente sovraffollate e molte delle persone che popolano questi ambienti sono ultra-sessantacinquenni, che spesso sono costretti a rivolgersi alle Diabetologie per il solo rinnovo dei Piani terapeutici».