È polemica a distanza tra il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, e l’assessore alla Sanità della Sicilia, Daniela Faraoni, sulla lettera che il presidente della Regione, Renato Schifani, aveva inviato a fine novembre a Ministero, Aifa, Conferenza delle Regioni e Corte dei conti per denunciare gli effetti delle riclassificazioni di gliptine e gliflozine sulla spesa farmaceutica regionale. In quella lettera, come aveva riferito FPress, il governatore stimava per i primi sei mesi del 2025 un incremento del 27% della spesa per gli antidiabetici, pari a 3,9 milioni di euro in più, a fronte di consumi sostanzialmente stabili. Una dinamica che avrebbe potuto essere corretta solo con una revisione dei commi 224, 225 e 227 della legge 213/2023 che aveva aperto la strada a quelle riclassificazioni.
Le osservazioni sono tornate d’attualità quando Gemmato, intervenendo l’altro ieri al convegno organizzato a Milano dell’Agenzia del farmaco, ha definito la lettera della Regione Sicilia «difficilmente comprensibile per le inesattezze contenute», anticipando che Aifa e ministero stanno preparando «un’obiezione puntuale». Ha accusato alcune amministrazioni di opporsi «in maniera ideologica» allo spostamento dei farmaci dalla distribuzione diretta alla convenzionata e ha parlato di «strafalcioni» contenuti nel documento siciliano, auspicando che «l’interlocuzione tra istituzioni» avvenga «in punto di verità». Secondo il sottosegretario, la Regione avrebbe considerato «stralci di periodi» e solo «alcune molecole e non altre», senza tenere conto dei risparmi certificati da Aifa, che rispetto al trasferimento delle gliptine avrebbe registrato economie pari a 9,7 milioni di euro. «Siccome la Sicilia è una regione italiana, è strano che in tutta Italia si risparmi tranne che in Sicilia» ha osservato Gemmato, rimarcando inoltre come gli aumenti riguardino soprattutto gli antitumorali innovativi, mentre per i farmaci cronici di uso territoriale il Governo punta a «riportarli vicino al cittadino».
La replica di Faraoni è arrivata con una nota in cui l’assessore insiste sulla correttezza dell’iniziativa regionale e sull’intento collaborativo che l’aveva accompagnata. «Nel chiedere ai ministeri della Salute, dell’Economia e ad Aifa una revisione delle norme nazionali che stanno incidendo negativamente sulla spesa farmaceutica delle Regioni, abbiamo inteso operare nell’ottica della leale collaborazione tra Stato e Regione» ha scritto, ricordando che le comunicazioni inviate «prendono in considerazione analiticamente gli effetti di alcune norme introdotte sia nel 2023 sia nel 2024», che per la Sicilia si sarebbero tradotte in «un deciso incremento della spesa che le Regioni devono affrontare annualmente per l’acquisto di farmaci». Nessuna critica al Governo, dunque, ma l’invito a valutare nell’ambito della nuova legge di Stabilità una revisione delle disposizioni contestate. «Abbiamo appreso con rammarico delle dichiarazioni del viceministro» ha concluso Faraoni, rivendicando la continuità della «sinergia che da sempre ha caratterizzato i rapporti tra governi nazionale e regionale» a beneficio dei pazienti e del sistema sanitario.