Oltre la metà degli studenti italiani che frequentano gli ultimi anni delle scuole superiori non sa cos’è il ticket, 1 su 5 non conosce il proprio medico di famiglia e oltre l’80% non ha mai usato il Fascicolo sanitario elettronico. Invece, quasi il 40% utilizza tutti i giorni strumenti di intelligenza artificiale (IA) come ChatGPT, con il rischio che quando cercano in rete informazioni su temi sanitari, l’assenza di adeguate competenze scientifiche e digitali può esporre i giovani a contenuti fuorvianti, con possibili ripercussioni sulla loro salute e sul corretto utilizzo dei servizi sanitari.
L’allarme arriva da un’indagine condotta dalla Fondazione Gimbe nell’ambito del progetto “La salute tiene banco”. «La difesa del diritto costituzionale alla tutela della salute» spiega il presidente Nino Cartabellotta «deve coinvolgere anche le nuove generazioni, già a partire dall’età scolastica. Con questo progetto offriamo agli studenti strumenti concreti per diventare cittadini consapevoli, in grado di tutelare la propria salute e riconoscere il valore del Ssn».
Nel periodo ottobre 2024-marzo 2025 la Fondazione ha realizzato 33 incontri in 30 istituti scolastici di varie città italiane. Durante gli incontri, che hanno coinvolto 4.200 studenti degli ultimi anni delle scuole superiori, tramite la piattaforma Mentimeter è stata condotta una survey diretta a valutare il livello di informazione dei giovani sulla salute. Ecco le risposte.
Conoscete il vostro medico di medicina generale? L’83,3 % degli studenti dichiara di averlo già incontrato, mentre il 16,7 % non sa ancora chi sia. «Il passaggio dal pediatra al mmg» ricorda Cartabellotta «avviene al compimento del 14° anno come un semplice atto amministrativo, senza alcun accompagnamento clinico o relazionale. E così, una quota non trascurabile di adolescenti resta priva di un riferimento sanitario proprio nel momento in cui iniziano a cambiare bisogni e ad emergere fragilità. Per garantire una vera continuità assistenziale, questo “passaggio di consegne” deve trasformarsi da procedura burocratica in un percorso guidato».
Sai a cosa serve il ticket? Il 53,6% degli studenti dichiara di non sapere a cosa serva. Una lacuna significativa, sulla quota a carico dei cittadini per visite, esami e farmaci di fascia A, indispensabile a co-finanziare il Ssn. «Che oltre la metà degli studenti non conosca la funzione del ticket» commenta Cartabellotta «è un segnale da non sottovalutare. Denota non solo un deficit informativo, ma anche un distacco culturale dai meccanismi che regolano il funzionamento del Ssn».
Hai mai usato il Fascicolo sanitario elettronico? L’82,3% degli studenti dichiara di non aver mai utilizzato il Fse né per sé né per un familiare. Un dato in parte spiegabile con l’età – molti sono minorenni o appena maggiorenni – ma che rivela comunque una più ampia carenza di informazione, anche tra chi ha pieno accesso allo strumento. «Che oltre 8 studenti su 10 non abbiano mai utilizzato il Fse» osserva Cartabellotta «fa suonare un doppio allarme: da un lato, la scarsa conoscenza di uno strumento digitale strategico; dall’altro, l’assenza di percorsi educativi sulla gestione consapevole della salute.».
Quali sono i tre programmi di screening oncologici offerti gratuitamente dal Ssn? Solo poco più della metà degli studenti ha risposto correttamente (mammella, cervice uterina e colon-retto), il resto del campione ha fornito risposte errate o ha ammesso di non conoscere la risposta. «Anche se il campione è composto da ragazzi ancora lontani dall’età per accedere agli screening» ricorda Cartabellotta «queste lacune confermano l’urgenza di rafforzare l’alfabetizzazione sanitaria già a scuola. Conoscere l’esistenza e il funzionamento degli screening oncologici significa promuovere la cultura della prevenzione e, in prospettiva, migliorare l’adesione futura ai tre programmi».
Hai usato antibiotici per un’infezione delle alte vie respiratorie? Uno studente su 5 “spesso”, uno su 2 “qualche volta” e il 18,9% “mai”; il 12,3% dichiara di non aver mai avuto una infezione delle alte vie respiratorie. «Seppur con i limiti insiti nella domanda che non definisce un arco temporale» osserva Cartabellotta «nel campione esaminato emerge un potenziale utilizzo inappropriato degli antibiotici nelle infezioni delle alte vie respiratorie, visto che oltre due terzi dichiarano di avere ricevuto una prescrizione almeno una volta».
Usi ChatGPT o applicazioni simili? Il 37,2% degli studenti usa quotidianamente tali strumenti e il 36,5% sporadicamente. Segno che l’intelligenza artificiale sta diventando parte integrante della quotidianità delle nuove generazioni. Tuttavia, questa diffusione non è accompagnata da un’adeguata alfabetizzazione all’uso critico e consapevole, soprattutto in ambito scientifico o sanitario. «Che oltre 8 studenti su 10 utilizzino strumenti di intelligenza artificiale» osserva Nino Cartabellotta «rende prioritario integrare nei percorsi scolastici l’educazione all’uso responsabile di queste tecnologie. In sanità, in particolare, è fondamentale saper distinguere fonti affidabili da contenuti fuorvianti: senza adeguate competenze scientifiche e digitali, l’IA rischia di diventare veicolo di disinformazione, piuttosto che uno strumento per approfondire le conoscenze».
«I risultati della survey» è la conclusione del presidente della Fondazione Gimbe «restituiscono un quadro di luci e ombre. I giovani sono in larga parte consapevoli delle diseguaglianze regionali in sanità. Mancano però conoscenze specifiche sugli screening oncologici offerti dal Ssn, c’è scarsa conoscenza circa il corretto uso degli antibiotici per infezioni respiratorie e le lacune del passaggio di consegne tra pediatra medico di famiglia. In sintesi la survey conferma la necessità di trasferire già in età scolastica una solida cultura della prevenzione, della promozione della salute e dell’uso consapevole del Ssn».