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Test covid in farmacia, protestano Federlab e Ordine dei biologi

10 Settembre 2020

Ha scatenato un vespaio tra biologi e laboratoristi l’apertura del ministero della Salute ai test anti-covid nelle farmacie. Per Federlab, l’associazione che riunisce oltre 2mila strutture di analisi cliniche e poliambulatoriali, si tratta di una «cervellotica decisione»  che «svilisce, marginalizza e mortifica» il ruolo dei laboratori privati accreditati nella lotta al coronavirus.

«In un momento delicato come quello che viviamo, con i contagi da covid-19 in aumento e centinaia e centinaia di insegnanti ancora in attesa di sottoporsi al test» osserva Gennaro Lamberti, presidente di Federlab «il ministero della Salute decide di rendere disponibili gli esami sierologici in farmacia e non nei laboratori di analisi cliniche autorizzati, che sarebbero il luogo normalmente deputato per l’esecuzione di tale tipo di esami. Siamo all’assurdo, il ministro Speranza deve darci una risposta».

Sulle barricate anche l’Ordine nazionale dei biologi, che in una nota diffusa ieri e firmata dal suo presidente, il senatore Vincenzo D’Anna (foto), definisce «inopportuna, oltre che scorretta e illegittima, ogni decisione di affidare l’esecuzione dei test anti-Covid alle farmacie, divenute ormai contenitore di ogni pratica sanitaria a svantaggio di categorie che pure avrebbero più titoli e meriti».

D’Anna, in particolare, «diffida» il Governo dall’adottare provvedimenti di tale tenore e minaccia di «impugnare tutti gli atti amministrativi e normativi eventualmente adottati e che dovessero consentire, nelle farmacie, attività che sono invece proprie del laboratorio di analisi cliniche, dei biologi e dei medici laboratoristi». D’intesa con le associazioni di categoria, con la Federazione dei medici e con le società scientifiche, conclude D’Anna, «valuteremo nelle prossime ore l’opportunità di indire manifestazioni di protesta».