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Vaccini covid, sprecate centinaia di migliaia di dosi ma non ci sono dati

31 Luglio 2021

Sarebbero diverse centinaia di migliaia le dosi di vaccino andate sprecate in tutta Europa perché scadute di validità oppure avanzate dopo lo scongelamento. La stima arriva da un articolo della rivista Wired, che ha messo assieme notizie e dati provenienti dai singoli Paesi perché né l’Ecdc (il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) né la Commissione Ue parrebbero tenere traccia degli sprechi.

Tutto quello che si può fare, dunque, è buttare lì un po’ di cifre: in Lituania, per esempio, sono state gettate causa scadenza almeno 20mila dosi, in Polonia circa 70mila. La Repubblica Ceca ne avrebbe sprecate più di 3.000 (non poche, considerate le dimensioni del Paese), in Francia, secondo il ministero della Salute, avrebbero superato la data di scadenza più di 50mila dosi.

All’origine degli sprechi, spiega la rivista, ci sarebbe la renitenza alla vaccinazione di una parte importante degli abitanti dei singoli Paesi, così come le prenotazioni spesso saltate perché il vaccinando non si è presentato. Come i farmacisti sanno, infatti, prima di essere somministrate le dosi vanno estratte dalle fiale e diluite, dopo di che possono essere inoculate non oltre le sei ore successive.

Alcuni Paesi, tuttavia, avrebbero deciso di non gettare le fiale e i flaconi scaduti: a quanto pare, infatti, non sarebbe da escludere un prossimo prolungamento del periodo di validità da parte di produttori ed Ema, ovviamente sulla base di robusti dati clinici. Wired cita al riguardo il caso della Romania, che ha “messo da parte” circa 42mila dosi di AstraZeneca scadute dal 31 giugno.

Intanto però lo spreco delle fiale scadute fa stridore a confronto dell’emergenza sanitaria in cui versano i Paesi poveri, che sono riusciti finora a vaccinare non più dell’1% della loro popolazione per mancanza di forntiure. L’Organizzazione mondiale della sanità aveva chiesto che i Paesi avanzati donassero una parte dei loro vaccini e in effetti l’Ue aveva avviato un programma, chiamato Covax, diretto proprio ad agevolare le donazioni. Finora, tuttavia, soltanto la Francia ha donato una quota delle proprie forniture, mentre il governo tedesco dovrebbe aggiungersi a breve.