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XII Rapporto Opsan del Banco farmaceutico, povertà sanitaria in aumento

3 Dicembre 2025

Aumenta ancora la povertà sanitaria in Italia e il fenomeno coinvolge un numero crescente di cittadini che non riescono più a sostenere di tasca propria la spesa farmaceutica non coperta dal Servizio sanitario nazionale. È quanto emerge dal 12° Rapporto “Donare per curare. Povertà sanitaria e donazione farmaci”, realizzato dall’Osservatorio Opsan del Banco farmaceutico e presentato ieri a Roma in un convegno promosso insieme all’Aifa nella sua sede. Secondo l’indagine, nel corso del 2025 sono state 501.922 le persone costrette a rivolgersi a una delle 2.034 realtà assistenziali convenzionate per ricevere gratuitamente medicinali o cure che altrimenti non avrebbero potuto permettersi. Sono 8,5 residenti ogni mille e il dato rappresenta una crescita dell’8,4% rispetto al 2024, quando gli assistiti erano stati 463.176.

L’identikit tratteggiato dal Rapporto conferma il carattere trasversale della povertà sanitaria. Gli adulti tra 18 e 64 anni sono il gruppo più rappresentato (58%), ma colpisce soprattutto la quota dei minori: 145.557 bambini e adolescenti, pari al 29% del totale, più degli anziani, che si fermano al 21,8% (109.419). La componente maschile prevale leggermente (51,6%), mentre sul fronte clinico i malati acuti (56%) superano i pazienti con patologie croniche (44%). Si tratta di un universo eterogeneo che riflette il peso crescente della spesa privata sui bilanci delle famiglie.

Il quadro economico delineato dal Rapporto conferma infatti come il ricorso alle risorse proprie resti determinante per coprire la spesa farmaceutica. Nel 2024 – ultimi dati Aifa disponibili – la spesa complessiva delle famiglie per i medicinali ha raggiunto 23,81 miliardi di euro, in aumento di 171 milioni sul 2023. Di questi, tuttavia, solo 13,65 miliardi (57,3%) sono stati coperti dal Ssn, mentre i restanti 10,16 miliardi (42,7%) sono rimasti interamente a carico dei nuclei familiari. Nonostante tra 2023 e 2024 si registri un calo della componente privata (-4,6%), nell’arco di sette anni l’esborso diretto è cresciuto di oltre 1,7 miliardi (+21,26%), passando dagli 8,37 miliardi del 2018 agli oltre dieci attuali.

Il tema non riguarda solo i farmaci. Secondo l’Istat, nel 2024 quasi un cittadino su dieci (9,9%) ha rinunciato a una visita o a un esame specialistico nei dodici mesi precedenti. Le liste d’attesa restano il principale ostacolo (6,8%), ma cresce la quota di chi rinuncia per ragioni economiche: nel 2024 il 5,3% della popolazione, pari a 3,1 milioni di persone, ha dovuto rinviare o cancellare una prestazione perché non in grado di pagarla. Si tratta di un incremento dell’1,1% rispetto all’anno precedente, ulteriore indicatore di fragilità.

Di fronte a questi numeri, il Banco farmaceutico richiama l’attenzione sul ruolo della solidarietà e della conoscenza. «I dati sulla povertà sanitaria» dichiara Sergio Daniotti, presidente della Fondazione Banco farmaceutico «ci restituiscono anche quest’anno un quadro preoccupante per migliaia di famiglie. Banco farmaceutico aiuta a curarsi chi non può permetterselo, praticando, grazie al sostegno e insieme a migliaia di volontari, farmacisti, aziende e cittadini, la gratuità. Ma una cura costituita da un’autentica attenzione alle esigenze e alla dignità di chi si trova in condizioni di povertà non può limitarsi alla pur necessaria risposta immediata al bisogno: deve comprenderlo in fondo, anche attraverso un lavoro di approfondimento culturale e scientifico. Perché più profonda è la conoscenza, più efficaci saranno le risposte».

Un invito, quello di Daniotti, che richiama la necessità di un intervento strutturale per ridurre le disuguaglianze di accesso alle cure, in un contesto in cui la spesa privata continua a pesare in maniera significativa sulle famiglie più vulnerabili.