Comunicati stampa

Riforma della remunerazione, la filiera tenta la ripartenza

4 Febbraio 2019

Le parole d’ordine sono Sostenibilità ed Efficienza: sostenibilità per il Ssn e la filiera distributiva del farmaco ed efficienza per il cittadino. Queste le conclusioni cui è arrivato il Tavolo della filiera distributiva, al suo primo incontro dopo la mancata proroga alla legge 135/2012 in materia di remunerazione. L’incontro, tenutosi nella sede di Assofarm, al quale erano presenti Federfarma, Federfarma Servizi e Adf, ha avviato la propria riflessione a partire dalla causa principale del progressivo depauperamento della farmacia italiana: la remunerazione della filiera è legata al prezzo medio del farmaco Ssn che negli anni è diminuito vertiginosamente, soprattutto per la crescente diffusione della distribuzione diretta da parte delle Asl dei farmaci più costosi. Nel 2013 il valore della distribuzione diretta era di 5,8 miliardi di euro, nel 2017 è aumentato a quasi 9,3. Tutto ciò a fronte di una progressiva riduzione della spesa territoriale. Di fronte a questi dati così netti, il Tavolo ritiene che una riforma della remunerazione sia imprescindibile e debba, tra gli altri aspetti, anche sviluppare processi che riportino nella farmacia territoriale tutti i farmaci, ad esclusione di quelli che per motivi sanitari devono essere distribuiti nei presidi pubblici.

Tale prospettiva potrà certamente portare benefici logistici e terapeutici ai cittadini e al contempo dovrà essere sostenibile sia per la filiera che per la sanità pubblica. La dimensione sistemica del tema spinge la filiera a richiedere un proprio coinvolgimento nel futuro Tavolo per la Governance istituito dal Governo: sarebbe questo infatti il contesto ideale per gestire le interrelazioni tra farmacia e gli altri protagonisti della sanità italiana.

Coerentemente con questo approccio maggiormente partecipativo, le sigle presenti all’incontro auspicano inoltre che ai prossimi incontri della filiera partecipi anche la Fofi. «Era necessario dare un segnale di dinamicità al Governo, ed era importante definire una visione strategica comune a tutti i soggetti della filiera. Direi che questo primo incontro ha centrato entrambi gli obiettivi» ha dichiarato il presidente di Assofarm Venanzio Gizzi al termine dei lavori.

«È necessario e urgente rivedere la remunerazione della farmacia, sganciandola dal prezzo del farmaco e valorizzando l’intervento professionale del farmacista che consente al SSN di migliorare l’assistenza e ridurre i costi evitabili, come quelli dovuti ai ricoveri conseguenti alla non aderenza alla terapia» ha affermato Marco Cossolo, presidente di Federfarma.

«Confermiamo alla parte pubblica la nostra disponibilità per garantire come distribuzione farmaceutica il miglior livello di servizio alla collettività, cui va però riconosciuto il giusto valore sociale e l’adeguata sostenibilità economica» ha dichiarato il presidente di Federfarma Servizi Antonello Mirone.

«E’ un momento cruciale per la tenuta del sistema distributivo a garanzia dell’efficienza della dispensazione del farmaco, ad evitare collassi come purtroppo verificatosi recentemente, mutatis mutandis, nelle infrastrutture viarie del Paese per la mancata valutazione dei rischi di deterioramento» ha detto il presidente Adf Mauro Giombini.

«Apprezziamo senz’altro il metodo che le organizzazioni della filiera hanno adottato nel condurre il tavolo sulla riforma della remunerazione: da sempre la Federazione degli ordini ritiene che si debbano cercare soluzioni condivise da presentare al decisore politico e sanitario, così come è stato fatto in occasione delle riforme della Tariffa e della Farmacopea». E’ la dichiarazione rilasciata dal presidente della Fofi, Andrea Mandelli in risposta all’invito delle sigle raccolte al tavolo. «Accettiamo volentieri l’invito» continua «già nel 2006 avevamo indicato come fondamentale anche per il ritorno nella farmacia di comunità dell’innovazione farmacologica. Siamo inoltre profondamente convinti che la remunerazione delle farmacie di comunità dovrà basarsi anche sulle prestazioni e sui servizi cognitivi resi dal professionista: è quanto accade in Gran Bretagna e sta accadendo ora in Francia. Questo comporta non soltanto un’evoluzione della nostra professione ma anche un diverso rapporto con le altre professioni della salute. La stessa evoluzione che è necessaria anche per il ritorno dei farmaci innovativi nella distribuzione territoriale».