Un passo importante verso la semplificazione e la prossimità nella gestione del diabete: è quello annunciato ieri a Milano dalla Direzione generale Welfare della Regione Lombardia, nel corso di un convegno dedicato all’innovazione terapeutica e organizzativa. A breve, i dispositivi di ultima generazione per il monitoraggio della glicemia – Fgm e Cgm, piccoli sensori applicati sulla pelle come un cerotto – saranno prescrivibili dal medico e distribuiti direttamente nelle farmacie. L’obiettivo: rendere più accessibile il percorso di cura e migliorare la qualità di vita delle persone affette da diabete, oltre 560mila in Lombardia, con circa 50mila nuovi casi ogni anno.
«È fondamentale orientare l’efficientamento dell’assistenza sanitaria non solo alla sostenibilità economica, ma anche alla semplificazione della vita quotidiana dei pazienti» ha ricordato in apertura Marco Alparone, assessore al Bilancio e Finanza della Regione Lombardia «devono essere garantiti l’accesso alle terapie e agli strumenti di controllo con la massima facilità». La nuova modalità distributiva, ha spiegato dal canto suo la coordinatrice dell’Intergruppo consiliare “Diabete, obesità e stili di vita” Silvia Scurati, nasce dall’urgenza di un approccio integrato e multidisciplinare: «A guidare la Regione Lombardia deve essere il concetto di prossimità. Dobbiamo lavorare coinvolgendo specialisti, pediatri, medici di base e farmacisti, in sinergia con le associazioni dei pazienti». Al centro del modello, quindi, un’organizzazione territoriale che valorizzi la collaborazione tra le diverse figure sanitarie, con il medico di medicina generale che prescrive i device e il farmacista che ne cura la distribuzione e il supporto all’utilizzo.
Un’impostazione condivisa e apprezzata anche dai rappresentanti delle professioni sanitarie intervenuti all’evento. «La prossimità semplifica la quotidianità del paziente diabetico, migliora la sua qualità di vita e diventa elemento di efficienza per il servizio sanitario» ha dichiarato Andrea Mandelli, presidente della Fofi. «Decidere di acquistare e distribuire i dispositivi glicemici attraverso le farmacie evidenzia il valore dell’apporto dei farmacisti di comunità nel percorso di cura del paziente cronico. La relazione di fiducia con il cittadino consente un approccio proattivo che abbraccia educazione sanitaria e aderenza terapeutica: strumenti fondamentali per il controllo del diabete e la prevenzione delle complicanze».
Sulla stessa linea Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia: «Da sempre garantiamo la dispensazione di farmaci e presìdi per il diabete. Ora continueremo il nostro lavoro usufruendo delle nuove tecnologie, fornendo assistenza e formazione al paziente». Il coinvolgimento delle farmacie – ha sottolineato – rappresenta una «piccola rivoluzione», inserita però in un percorso che le farmacie hanno imboccato già da tempo con l’obiettivo di ridurre tempi e barriere nell’accesso alle cure.
A sostenere la riforma anche il mondo dell’associazionismo. «Passiamo la vita correndo tra certificati e controlli» ha detto Maria Luigia Mottes, presidente del Clad, Coordinamento lombardo delle associazioni diabetici. «Il fatto di avere a portata di mano presìdi tecnologici nelle farmacie o tramite consegna a domicilio semplifica la vita». Mottes ha poi insistito sull’importanza di estendere l’accesso a questi strumenti: «Fgm e Cgm devono diventare una prerogativa per chiunque soffra di diabete, a prescindere da età e tipo di malattia. Migliorano l’autonomia del paziente e il supporto dei caregiver, e aiutano a prevenire quelle complicanze che gravano sul sistema sanitario».
Il progetto, hanno confermato i rappresentanti istituzionali, sarà operativo nei prossimi mesi. La speranza è che possa diventare un modello anche per altre regioni, in un contesto nazionale dove l’innovazione fatica spesso a trasformarsi in equità di accesso.