Le ferie rappresentano un diritto fondamentale e inderogabile del lavoratore, pertanto non possono essere rifiutate né il dipendente può rinunciarvi. Di conseguenza, la loro concessione deve «contemperare sia le esigenze del lavoratore, sia quelle organizzativo-aziendali». È quanto scrive Federfarma Milano in una circolare dove si ricordano i i rischi cui va incontro la farmacia che non presta la dovuta attenzione al consumo delle ferie maturate dai dipendenti.
Le ferie non godute, infatti, per loro natura non possono essere liquidate monetariamente se non alla cessazione del rapporto di lavoro; di conseguenza, «generano un forte peso sugli oneri differiti dell’impresa farmacia», perché il debito «va a cumularsi «tra gli oneri differiti, in una voce diversa dal Tfr».
In aggiunta, in caso di controllo, la farmacia rischia una sanzione amministrativa da 100 euro a 600 euro per ciascun lavoratore cui è riferita la violazione; da 400 euro a 1.500 euro se la violazione si riferisce a più di 5 lavoratori o si è verificata per almeno due anni; da 800 a 4.500 euro se la violazione si riferisce a più di 10 lavoratori o si è verificata per almeno quattro anni. Inoltre, se la violazione riguarda oltre il 20% dei lavoratori in forza, può determinare la sospensione del Durc.
L’invito che l’associazione titolari rivolge ai propri associati, dunque, è di procedere se necessario a compilare un «piano di rientro ferie» che consenta di azzerare le rimanenze entro la fine dell’anno. In particolare, occorre programmare lo smaltimento delle eccedenze da parte del personale con ferie non godute negli anni precedenti superiori a 10 giorni, anche obbligandolo a usufruire di tali arretrati.