dalla lombardia

Nelle farmacie del lodigiano rinviata la consegna delle ricette

28 Febbraio 2020

Prosegue la collaborazione tra Federfarma e Regione Lombardia per semplificare l’accesso al farmaco agli abitanti delle zone rosse e gialle e sgravare le farmacie dalle principali incombenze burocratiche, in modo che possano dedicare quanto più tempo possibile alle loro comunità. E così, dopo l’ok dell’amministrazione regionale alla proposta di titolari e medici perché i pazienti di tutta la Lombardia (dichiarata zona gialla) possano farsi stampare la ricetta in farmacia con il solo Nre del promemoria, inviato dal mmg per mail o sms, ecco ieri un analogo via libera ad altre due richieste del sindacato lombardo: le farmacie del lodigiano (sia gli undici comuni della zona rossa sia il resto della provincia, zona gialla) avranno tempo fino al 7 marzo anziché il 5 per inviare la dcr-fur (ossia la distinta dematerializzata) e potranno consegnare il sacco delle ricette un mese dopo, all’inizio di aprile. Il posticipo, ovviamente, non influirà sui tempi dei rimborsi, che manterranno la cadenza programmata nonostante il rinvio.

Per cogliere i benefici generati da questi interventi basta riferire delle crescenti difficoltà che farmacie e medici di famiglia stanno incontrando nell’attività quotidiana. In paesi come Castiglione d’Adda, tutti i medici di famiglia del comune (tre) sono in quarantena per aver avuto contatti con pazienti affetti da coronavirus; in altri, come Senna Lodigiana, in quarantena ce n’è solo uno su due e quindi tra colleghi si sono divisi le incombenze: il mmg in isolamento prescrive, l’altro fa le visite.

Falcidiate anche le farmacie: nessuna ha chiuso, ma alcune sono sotto organico e in qualche caso è rimasto a lavorare solo il titolare. Che non vuole assolutamente ridurre l’orario di apertura e quindi si sobbarca turni di lavoro massacranti. «I farmacisti di questa provincia stanno mostrando uno spirito di dedizione eccezionale» commenta a FPress Dario Castelli, referente di Federfarma Milano per l’area di Lodi «anche perché si lavora in condizioni sempre più difficili. Un piccolo esempio: le banche sono chiuse, dalla zona rossa non si può uscire e così diventa sempre più difficile trovare il contante».