dalla lombardia

Nuova remunerazione, Zocchi: penalizzate le farmacie strutturate

14 Dicembre 2023

Così com’è configurata nel ddl Bilancio attualmente all’esame delle Camere, la nuova remunerazione rappresenta per le farmacie lombarde un’iniquità che si fa fatica a capire, perché “toglie” proprio a quelle imprese che operano nella regione più cara di tutto il Paese e che da sempre rappresentano un “fiore all’occhiello” per l’impegno profuso in tutti i progetti del sindacato, dalla farmacia dei servizi alle vaccinazioni. Questa almeno è la riflessione che arriva dal vicepresidente di Federfarma Lombardia, che a FPress riconferma tutta la contrarietà dei titolari di questa parte d’Italia per la riforma della remunerazione disegnata dalla Legge di Bilancio.

Zocchi, riassumiamo i termini della questione: che cosa prospetta la nuova remunerazione alle farmacie lombarde?
I calcoli che abbiamo fatto con il supporto della Regione sono incontrovertibili: nel primo anno di applicazione, il nuovo sistema farà perdere ai titolari della Lombardia ricavi per 15 milioni di euro, in media cinquemila a farmacia. Federfarma continua a ribattere dicendo che la nuova remunerazione va giudicata in prospettiva, ma a noi non interessa ragionare sulla gallina che arriverà domani.

Si dice che le farmacie lombarde saranno le uniche a perdere…
Questo non lo so, di certo siamo l’unica associazione territoriale di Federfarma che è andata a vedere seriamente i conti, senza mettere la testa nella sabbia o fidarsi di numeri calati dall’alto. Ma ammettiamo anche di essere l’unica regione dove – con il nuovo sistema – le farmacie perdono: conviene, al sindacato e al sistema nel suo insieme, che ciò avvenga?

Che cosa intende dire?
Non credo di offendere nessuno se dico che questa è la regione dove le farmacie sono più organizzate, strutturate e proattive: in Lombardia c’è il maggior numero di farmacie che vaccinano, che fanno telemedicina, che offrono servizi, insomma che mettono in mostra il volto più moderno e attrezzato della nostra rete di prossimità. Ricordo soltanto che durante l’emergenza pandemica abbiamo fatto 18 milioni di tamponi e in questa stagione il 46% delle vaccinazioni covid somministrate ai lombardi. Privare le farmacie lombarde di una parte importante dei loro ricavi – soprattutto in questo momento, con i costi di gestione in costante ascesa – potrebbe compromettere seriamente la loro capacità di output.

Lei conosce bene la farmacia francese, dove la remunerazione mista è in vigore già da diversi anni. Quali sono gli effetti?
In pochi anni la marginalità delle farmacie è diminuita a tal punto da costringere alla chiusura circa 2.200 esercizi, il 10% del totale. I servizi introdotti progressivamente dall’assicurazione sanitaria, sulla stessa traccia della nostra farmacia dei servizi, non sono riusciti a controbilanciare la contrazione dei ricavi provenienti dal farmaco rimborsato, perché la marginalità reale di tali prestazioni è risultata troppo modesta. Per non parlare poi delle dinamiche sotto traccia.

Cioè?
Una remunerazione basata per una parte su una quota fissa a confezione induce a spostare i consumi sulle confezioni con più unità posologiche, com’è già avvenuto per i gastroprotettori (da 14 a 28 compresse per scatola). In secondo luogo, le quote fisse non vengono aggiornate ai valori Istat per lungo tempo, così di anno in anno cala il valore reale della remunerazione.

Tra i motivi d’insoddisfazione, c’è anche il ridimensionamento della quota premiale per la sostituzione generica, calato da 26 a 10 centesimi e allargato a tutti i farmaci delle liste di equivalenza…
Le farmacie lombarde credono nel generico e si sono spese parecchio per promuoverlo, anche questa è una scelta che ci penalizzerà non poco. Ma a parte questo, il meccanismo che è alla base della nuova remunerazione rischia di privare la professione del farmacista titolare del proprio tradizione carattere di imprenditorialità, per spingerla verso l’appiattimento economico già messo in atto contro altre categorie professionali sanitarie, delle quali si lamenta ora la scomparsa.

Quindi che cosa chiedete?
Occorrerebbe stralciare l’articolo 44 dalla bozza del DDL di Bilancio per rinviarne la trattazione della materia a un disegno di legge a parte, che si occupi di tutti gli aspetti del problema con adeguato approfondimento e ampio confronto tra tutte le parti coinvolte.